Cari studenti, cari insegnanti, cari genitori, caro personale Ata,
scrivo intanto per farvi gli auguri in occasione delle feste di Pasqua. In un periodo così difficile e faticoso qualche giorno di riposo ci farà senz’altro bene. Serve anche a ritrovare le energie e lo spirito giusto per affrontare l’ultima parte dell’anno scolastico.
Mi permetto di invitare gli studenti a fare dopo Pasqua un ultimo sforzo, studiando con il massimo impegno possibile e invito anche gli insegnanti a proseguire il loro lavoro con la consueta dedizione, cercando la giusta misura nel "passo" delle lezioni, nel carico di lavoro da assegnare ai ragazzi e nelle valutazioni.
Sulle valutazioni quotidiane e su quelle dello scrutinio finale serve una riflessione approfondita. Non è davvero facile valutare nella condizione in cui ci troviamo e non sarà facile decidere le promozioni, le non promozioni e le sospensioni del giudizio. Personalmente credo sia giusto che il Governo non preveda “sanatorie” come lo scorso anno, lasciando le decisioni finali alla scuola e agli insegnanti, che le assumeranno nella loro autonomia. Ma credo anche che in un anno di pandemia, con tantissimi giorni di didattica a distanza, le valutazioni non potranno essere quelle di un anno normale. È un equilibrio molto difficile da trovare. Bisogna interrogarci tutti. Sul senso della valutazione, su cosa, su come e su perché si valuta. E anche su come accogliere e sostenere i ragazzi che, per diversi motivi, non ce la fanno.
Per questo nelle prossime settimane convocherò incontri con gli insegnanti. È necessario aprire una riflessione collettiva e cercare di costruire una linea comune in vista degli scrutini finali. E sarà importante ascoltare il parere degli studenti, anche se chiaramente le decisioni sulle valutazioni spettano agli adulti, che ne sono responsabili. Non possiamo arrivare a giugno impreparati. Considerati i tempi stretti degli scrutini, rischieremmo decisioni sbagliate, che non ci possiamo permettere. In un anno come questo, la questione è particolarmente delicata e va approfondita prima. Tutti insieme, nel rispetto della libertà di insegnamento e della pluralità di posizioni. È anche in questi momenti che una scuola si riconosce come comunità, nel tentativo di far crescere una cultura condivisa sui temi fondamentali.
E, come comunità, nei prossimi mesi dovremo confrontarci anche su come ripensare la scuola dopo la pandemia. Ma avremo modo di riparlarne perché stiamo lavorando alla realizzazione di iniziative in questo senso, oltre che alla progettazione di altre “sorprese” che proveranno a rendere la nostra scuola sempre più bella e accogliente.
Sperando di rivederci presto in presenza,
porgo un caro saluto a tutti e rinnovo gli auguri di una buona Pasqua
Ludovico Arte, Dirigente Scolastico ITT Marco Polo di Firenze