Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    lettera4

    Cosa sta succedendo? È quello che ci chiediamo da circa un mese. Come ne usciremo? Sento persone che non riescono a stare a casa, che vogliono andar fuori per forza perché devono fare attività fisica. Il vero problema è che queste persone, che vogliono uscire in un periodo di così estrema difficoltà, sono le stesse che durante l’anno, quando non ci sono problemi che te lo impediscono, sono i primi che preferiscono stare sul divano a non far niente. Quelli che si dovrebbero lamentare sono i lavoratori, ai quali viene chiesto di continuare a lavorare per cercare di non fermare del tutto l’economia e il paese Italia. E ancora di più il personale sanitario impegnato in prima linea, con turni massacranti (turni??), con alto rischio di contagio. Un altro problema sta nelle norme che le varie aziende/industrie dovrebbero rispettare per salvaguardare l’incolumità di coloro che lavorano e, questo, in molte zone non accade.
    Passando a me… penso che sicuramente non è una bella situazione quella che stiamo vivendo; quello che prima non ci interessava diventa importante. Quello che sembrava lontano, che sembrava non riguardarci in prima persona, adesso, da un momento all’altro, colpisce anche noi. Posso dire però che, almeno dal mio punto di vista, quando tutto finirà, quello che è accaduto dovrà essere un insegnamento. A me fanno indignare coloro che, dopo che gli era stato chiesto di non muoversi dalla propria regione/provincia, se ne sono infischiati delle regole, andando a sciare, al mare o tornando dai parenti, dall’altra parte dell’Italia, contagiando così anche province che ancora non erano state interessante e rischiando di portare al collasso la sanità, come vediamo in queste ore in Lombardia, anche in zone meno attrezzate. Quello che chiedo ad ognuno di voi, chi può, soprattutto noi ragazzi, è quello di stare a casa; sono sicuro che, a tutti, questo periodo di isolamento costa grossi sacrifici anche se: “Ai nostri bisnonni era stato chiesto di andare in guerra, mentre a noi viene chiesto solo di stare a casa”.
    E, per fortuna, abbiamo anche la tecnologia che ci permette di mantenerci in contatto, sia vocalmente, sia con i messaggi, sia visivamente (e questo ci aiuta molto!)
    So che non è semplice e, sono il primo a dirlo, però facciamo tutti uno sforzo, stiamo TUTTI A CASA.

    CI RIFAREMO QUEST’ESTATE!

    Jonis Galli, studente 4D, 16 marzo 2020