Voglio andare via di qui.
Sono in quinta, quest’anno ho la maturità, non vedo l’ora di prendere questo maledettissimo diploma e andare via di qui e finire con la scuola.
È dall’inizio dell’anno che dico che non appena avrò quel pezzo di carta in mano inizierà la mia vera vita. Potrò lavorare, potrò passare più tempo con i miei amici, vivere per conto mio e con chi voglio io. Avrò la libertà di essere chi voglio, uscire con chi voglio, fare cosa voglio, senza avere paura dei giudizi di nessuno, dei giudizi della mia famiglia e soprattutto delle cene di famiglia… dove le persone mi urlano in faccia perché magari mia madre ha detto a mia nonna che ho preso un 5.
Non vedrò mai più le persone che mi guardano in modo strano o che ridono (forse di me?) in corridoio; non dovrò più “sopravvivere” a scuola perché sarò fuori. Non dovrò più preoccuparmi di tenere la guardia alta perché “se fai un passo sbagliato finisci male come le altre volte”; non vivrò più queste situazioni. Io sarò libera.
Il mondo della scuola e quello che viene dopo la scuola sono diversi, ma non m’importa, vuol dire che mi arrangerò in qualche modo, ma sarò libera.
Per più di 8 anni mi sono sentita come un topo in gabbia che non poteva fare niente, perché doveva preoccuparsi sia della scuola sia di cercare di soddisfare e non deludere la famiglia… che mi vede già come uno stramboide buono solo a creare confusione e altri guai.
Il momento in cui me ne andrò da quell’aula, dopo il colloquio, sarò la persona più felice del mondo.
Ilaria Pesciullesi, 5C