In una società in cui siamo tutti egoisti e siamo troppo abituati a pensare ognuno a sé stesso, il virus ci costringe a fare un passo indietro, ci ha fatto capire che siamo tutti interconnessi e nessuno può salvarsi da solo.
Questo periodo fa riconsiderare, stiamo imparando a ricentrare la nostra attenzione sul valore delle piccole cose e su quella che superficialmente chiamiamo “normalità”. Forse è un buon momento per pensare, visto che ci siamo ritrovati chiusi nelle nostre case a dover fare i conti con noi stessi. Questa situazione fa paura, sono incredula di vivere una situazione che finora ho visto solamente nei film, mi viene la pelle d’oca quando passa la macchina della polizia con l’altoparlante che grida a tutti di restare in casa; situazioni che mi rimandano un po’ al romanzo di George Orwell “1984”. Che dire, alla fine supereremo tutto. D’altronde, “non c’è alba senza luce, non c’è risveglio senza speranza.”
Nataly Iordache, studentessa 4M, 15 marzo 2020