Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    lettera15

    Grazie per questa iniziativa prima di tutto. Devo ammettere che da quando è iniziata l'emergenza coronavirus, uno dei miei primi pensieri é stato quello di scrivere una lettera alle persone a me care, in modo che qualsiasi cosa mi succeda sarò riuscita a dire quelle cose che spesso non diciamo perché pensiamo di avere tempo. Adesso non sappiamo più se lo avremo perché la morte è accanto a noi ogni giorno e poiché gli altri siamo noi e noi siamo gli altri, io non mi sento esonerata dalla possibilità di morire oggi o domani o dopodomani. Faccio un lavoro, l'infermiera, che mi ha insegnato che la salute è la cosa più importante, senza di quella non si può fare niente e tutti gli altri problemi sono secondari e prima o poi risolvibili. Mi ha insegnato anche a pensare alla morte come facente parte della nostra vita, che può arrivare in qualsiasi momento per chiunque. Ho cercato di crescere i miei figli con questa consapevolezza nella speranza che ciò gli permettesse anche di apprezzare la vita di tutti i giorni con le sue difficoltà e i suoi conflitti. Devo dire che in questo momento ciò è servito e riconosco nei giovani una capacità di adattamento e di resilienza che non tutti gli adulti hanno. Ho molta fiducia nei giovani ed è soprattutto per questo che mi auguro che si possa tornare il prima possibile alla normalità così che loro possano costruire il loro presente ed il loro futuro e noi adulti cercare di costruire con loro un mondo più giusto e sano, dato che per intere generazioni non abbiamo posto troppa attenzione agli altri. Credo e spero che molti di noi impareranno molte cose da questa esperienza e credo e spero che ci saranno dei cambiamenti individuali sul proprio stile di vita, collettivi e politico economico, perché ormai è evidente che il mondo occidentale capitalistico e globalizzato non ha prodotto buoni frutti e che abbiamo creduto di essere liberi perché appartenenti a sistemi democratici senza però esserlo e di essere autori delle nostre azioni quando invece siamo schiavi di falsi bisogni indotti e che abbiamo contribuito fortemente alla distruzione della natura con i nostri singoli comportamenti scellerati, forse più di quelli dei singoli governi. C'è bisogno di rivalutare la figura dei Padri. Il Padre bella famiglia, il Padre come governo che ha a cuore i propri figli cittadini, il Padre che ci nutre lo spirito. Il padre come colui che ci insegna le regole e le leggi e che ci aiuta a saperle rispettare sempre ma soprattutto quando necessario come ora.

    Anna Bianchini, madre di un alunno.