Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    lettera33

    Sono qui, sul mio letto, che cerco di scrivere qualcosa che possa racchiudere, anche se solo in parte, quello che tutti noi stiamo vivendo. Queste parole che, quando tutto sarà finito, (perché tutto andrà bene, lo so) mi ricorderanno ancora di più, quanto io sia fortunata ad avere quello che ho. Anche le più piccole cose. In questi giorni di reclusione, sto riscoprendo dei valori inestimabili; cose di cui prima, non capivo la vera importanza, ma che ora mi spingono a tenere duro e a sperare. Perché so che quando tutti insieme, uniti dalla forza della speranza e della fratellanza, sconfiggeremo questo nemico invisibile che ci ha scombussolato da un giorno all'altro la vita, sarà bellissimo. So che quei quei momenti che presto vivremo sapendo che ce l'abbiamo fatta saranno estremamente intensi, da brividi; perché sapremo viverli meglio di prima. Gli abbracci, i baci, saranno così stretti e pieni di amore, da compensare tutti quelli che non abbiamo dato e ricevuto in questi mesi. I tramonti in spiaggia, la brezza sul viso, un ballo scatenato fra amiche o la canzone che aspettavi ad un concerto, saranno pieni di vita, al sapore di libertà. I parchi, il mare, le serate fuori fino a tardi, i racconti dei nonni o un gelato in compagnia su una panchina. Il sonno alle 7 di mattina, quando la sveglia suona, gli sguardi d'intesa e le risate tra amiche, la cioccolata calda alle macchinette e gli appunti sfogliati velocemente prima di una verifica. Quelle giornate piene di impegni, in cui torni a casa alle sei, sfinita, l'autobus pieno di gente accalcata e le corse che facciamo per non perderlo. Lo zaino sulle spalle, gli auricolari nelle orecchie e, ogni venerdì, il suono del mio pianoforte e del violoncello della mia amica Sofia, che si uniscono in una meravigliosa melodia. Questi momenti, insieme a molti altri, mi mancano davvero moltissimo e per questo, come dovremmo fare tutti, mi impegno per far sì che possa riviverli molto presto. Credo negli esseri umani e credo nel nostro Paese, che uscirà da tutto questo, ne sono convinta, più unito e forte, grazie a noi italiani. Quando sono triste, penso ai tantissimi medici che stanno lavorando per noi ogni giorno, ai ricercatori, alle donne che vivono con un marito violento e a coloro che hanno perso il lavoro o che stanno male. Capisco che non mi posso lamentare veramente perchè ci sono persone che stanno davvero molto peggio di me. So che quello a cui siamo obbligati é frustrante ma, in questo modo, lontani ma vicini, possiamo aiutarci e tornare alla normalità insieme. Perchè... ANDRA' TUTTO BENE

    Emma Rottichieri, studentessa 1M, 28 aprile 2020