Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    lettera34

    In questi giorni, in questo periodo ci sentiamo sempre più soli. Soli, senza amici, soli con noi stessi. Abbiamo molto più tempo da dedicare alla nostra famiglia, a noi… Questi giorni mi hanno dato da pensare. In televisione si sentono sempre le solite notizie, le solite, tragiche notizie. Sinceramente io non sono molto preoccupata per questo virus… lo so che sono morte tante persone, lo so che non è da sottovalutare, quando vado fuori sento il silenzio. Silenzio per le strade, ci sono le macchine ma non si muovono; ci sono le persone, poche, ma nessuno parla; si sente la pressione tra le vie e tra di noi. Io Sono abituata a stare da sola, non esco mai e soprattutto non ho amici vicini a casa, per avere un po’ di compagnia utilizzo il telefono. Insomma come al solito, per noi giovani d’oggi è un qualcosa di abituale guardare il telefono. Sicuramente qualcuno impazzirebbe senza di esso… Be’ è diventato ormai essenziale comunicare con la tecnologia, ci stiamo evolvendo. Insomma per dire qualcosa basta mandare un semplice messaggio, dare uno squillo. E poi per trasmettere i propri stati d’animo bastano le emoji. Dato che ho molto tempo libero, ora più di prima, molto spesso oltre che a fare i compiti e fare chiamate con le mie amiche mi metto a pensare. Sì a pensare, anche a cose stupide… Oppure a ricordare, ricordare i momenti felici passati con le persone più importanti; ricordare le mie vecchie amicizie e a rimuginare sulle mie scelte. Pochi giorni fa festeggiavo il mio compleanno, be’, un compleanno memorabile devo ammettere. Quest’anno credo che me lo ricorderò come quell’anno in cui finalmente si resta in pace con sé stessi. Sì perché sei da solo, magari con i tuoi genitori certo, ma pur sempre da solo. Non fai più quello che facevi prima, la tua routine è cambiata e probabilmente ti stai annoiando a morte. Le uniche cose che fai è stare costantemente a sedere da qualche parte, mangiare come un bufalo e ascoltare canzoni deprimenti… è ciò che fanno gli adolescenti. Credo però che sia il momento buono per capire noi stessi. Prima di ora non avevamo tempo per queste ‘stupidaggini’, troppo occupati con la scuola, il lavoro o lo sport. Ci preoccupavamo sempre prima degli altri ancor prima di noi stessi. “Bisogna amarsi, amare noi stessi, amare gli altri e aiutarsi a vicenda. Siamo una grande famiglia e tutti siamo nella stessa medesima situazione chi più chi meno.” Questo è ciò che avrebbe detto mia nonna, colei che è sempre qua accanto a me anche se non la vedo, colei che mi ha amato, ha amato me stessa più di quanto mi ami io. Sono una persona insicura per quanto non sembri, non amo essere al centro dell’attenzione, nascondo sempre le mie emozioni a parte la mia rabbia incontrollabile. Questi sono giorni preziosi, è l’ora di cambiare, vivere e amarsi.

    Gaia Laera, studentessa 1D, 28 aprile 2020