Sveglia poco prima delle otto. Tempo di fare colazione e preparaci, giusto per non sembrare troppo trasandati… e le lezioni iniziano. Cinque lunghe ore trascorse ogni giorno davanti a schermi che a lungo andare danneggeranno la nostra vista; immersi in un mix di suoni robotici e di frasi disconnesse: ragazzi avete capito? Prof può ripetere? Va a tratti… Ragazzi non vi vedo, mi sembra di parlare con un muro di pallini colorati! Sembra inverosimile, ma queste sono le nostre giornate. Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo ricascati? Molto spesso ci ritroviamo con cambi dell’ora sovrapposti ed insegnanti che entrano in lezioni non ancora terminate. Neanche il tempo di prendere il libro della materia successiva, che ci ritroviamo attaccati ad una presentazione o ad una lezione virtuale, ormai diventata abitudinaria. Le ore passano mediamente veloci, dipende tutto ovviamente dal livello di stanchezza, dall’abilità degli insegnanti nel non farci perdere la già poca concentrazione mattutina e, soprattutto, dalla velocità delle connessioni internet, con le quali siamo continuamente costretti a lottare. Tra microfoni spenti e videocamere disattivate, per nostra volontà o per problematiche reali, penso anche a quanto sia difficile e doloroso per gli insegnanti, che fanno ormai parte della nostra quotidianità e sono costretti ad affrontare le nostre stesse difficoltà. Siamo ormai diventati abili nelle lezioni online, tanto che in vista di un secondo lockdown non abbiamo perso tempo e siamo subito ritornati agli incontri a distanza: probabilmente ce lo aspettavamo? È tutto incerto, così come il ritorno ad una normalità. Passiamo giornate intere seduti alle nostre scrivanie, la mattina per le lezioni ed il pomeriggio per i compiti e con mal di testa, occhi stanchi e dolori alla schiena perenni, sembra di stare in un loop continuo dal quale non usciremo molto presto...
(Giada Amoruso, 3D)