Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    DI COSA PARLAVAMO PRIMA DEL COVID?

    Adesso tutti i telegiornali e le televisioni non parlano altro che di Covid; si apre Internet e si parla solo di Covid; quando si incontrano le persone… non fanno altro che lamentarsi del Covid, dei problemi di salute e dei danni economici che causa, e di come siano in ansia per amici e conoscenti che hanno fatto il tampone e/o sono malati.
    Forse sono io che non ricordo, ma prima del virus la gente di cosa parlava?
    Insomma, quando la gente si incontrava di cosa parlava?
    Probabilmente parlava di calcio, film, serie TV, programmi su Netflix, faceva gossip e pettegolezzi su chiunque.
    Si parlava di cose più “leggere” rispetto a un’epidemia mondiale che manda al Creatore centinaia di persone, in bancarotta altre migliaia e alla quale ancora non c’è cura; adesso non si parla d’altro.
    Nei miei periodi tristi mia nonna mi diceva di provare a pensare a qualcosa di bello, e adesso, che è un periodo buio, bisognerebbe tutti fare lo stesso.
    Bisogna trovare un’alternativa ai pensieri negativi sul Covid e trovare qualcosa di bello da fare.
    La risposta a questo dilemma esistenziale? Gli hobby.
    Io disegno, faccio costumi e scrivo, per staccare un po’ da tutto e rilassare il cervello.
    La gente dovrebbe fare lo stesso: tanto ora non si può andare da nessuna parte perché siamo in zona rossa, quindi è un momento perfetto per scoprire hobby creativi da fare in casa.
    Fate gli origami, programmate i prossimi viaggi, dipingete sassi, palle di Natale, personaggi del presepe, fate panettoni ora che siamo sempre più vicini a Natale, fate quello che volete, ma basta parlare di morti, vaccini, posti in ospedale, malasanità, lockdown, zone di tutti i colori dell’arcobaleno. Parliamo di cose belle e di cosa faremo quando finalmente l’emergenza sarà finita.

    (Ilaria Pesciullesi, 4C)