Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Il mezzo

    Sul letto dopo la scuola, alla fermata del bus ad aspettare una corsa che nemmeno passerà. Sul banco durante la più lunga delle ore di lezione.
    Siamo accomunati da questa strana forma di passare il tempo: la noia.
    Ma cos'è di preciso? (la noia)
    Cercando la definizione é "uno stato psicologico di demotivazione, temporanea o duratura, nata dall'assenza di azione".
    Secondo i miei amici è "una palla assurda, quando non sai che fare!"
    Secondo i miei genitori è "tempo che potresti impiegare in qualcosa di utile invece che startene sul letto a guardare il niente!"
    Secondo me? La noia è... IL MEZZO.
    Cosa voglio dire?
    Molto semplicemente... noia produttiva.
    Mentre guardo il soffitto, non sto semplicemente sprecando tempo, al posto di ripassare francese dato che domani interroga.
    Mentre guardo quel soffitto nella mia testa si intrecciano idee completamente diverse e contrastanti, tutte insieme.
    All'ultimo banco, mentre la prof interroga, cosa faccio? Decido di cimentarmi nel più complesso dei disegni geometrici, che gli architetti più bravi mi invidierebbero.
    Alla fermata del bus, ovviamente la corsa ha saltato, stranamente. Mi annoio e penso a questo post, che scrivo in tutta fretta nelle note del mio telefono, prima che venga sovrastato da una delle altre innumerevoli idee che stanno per sopraggiungere.
    Quindi la noia è il mezzo. Un mezzo sicuramente produttivo.
    Se avessi le giornate piene non potrei permettermi di guardare quel soffitto e  scrivere questo breve pezzo; non potrei usare la mia noia come mezzo per far fluire le idee sopra al foglio; non potrei sapere che la noia è il vero mezzo.
    O forse io non so cosa sia la noia e questo pezzo è solo il risultato della mia continua iperattività mentale.
    (Svetlana Innocenti 4M)