Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    TROPPO SPESSO MI SONO SENTITA DIVERSA

    “L'aula della Camera - con 265 sì, 193 no e un astenuto- ha approvato il testo unificato delle proposte di legge di contrasto alla violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità.” Siamo nel 2020 e sentiamo ancora parlare di fobie. OmoFOBIA, xenoFOBIA, transFOBIA, sinoFOBIA. Qual è il vero motivo? Forse l’odio, il disprezzo, l’ignoranza, la cattiveria, e tutto ciò che racchiudono? Ho 18 anni e non voglio vivere in un mondo che insegna questo e nel mio piccolo cercherò di lasciare ai miei futuri figli una società diversa, con altri valori. Non si tratta di fobie, e quindi di paure, ma di ignoranza, ignoranza che non dipende dal titolo di studio, ignoranza morale e sociale; questo è il tipo di ignoranza che determina tali comportamenti. Ho letto dei dati; pare che in questo solo anno siano stati 638 gli atti discriminatori accertati verso persone “diverse”. Molto spesso questi atti non vengono puniti, ed è proprio per questo che chi li compie si sente libero di prendersi gioco delle vittime, dei diversi. Non a caso uso la parola DIVERSO. Non credo sia un difetto esserlo, ma solo un elemento di arricchimento e differenziazione; ciò che ci rende unici al mondo: gli occhi a mandorla, una carnagione scura, un uomo con i tacchi e una donna con i capelli corti. Chi stabilisce chi è “diverso” e chi “normale”? Chi decide “io sì e tu no”?  Purtroppo, ancora oggi sono diverse le modalità con cui questa ignoranza colpisce: dal prendere in giro sul fisico di una bambina di soli 12 anni, all’uccisione di donne e uomini omossessuali. È fondamentale non sottovalutare i piccoli avvertimenti e le richieste di aiuto di chi questa ignoranza la subisce. Non permetto a nessuno di scegliere per me, non amo seguire la massa; dobbiamo avere il coraggio di dire: “non la penso come te”, anche se questo implica una discussione o l’allontanamento da un amico. Non abbiate paura e non siate complici di questa ignoranza. Troppo spesso mi sono sentita diversa a causa di commenti o prese in giro, troppo spesso mio padre è stato guardato male perché di colore; nonostante un buon lavoro e una bella famiglia, troppo spesso mia mamma è stata giudicata negativamente perché sposata con un uomo arabo: “chissà come ti tratta, avrà 4 mogli e tu sei una delle tante.” L’amore e la felicità non hanno età, genere, etnia o religione e TU, che così tanto temi il diverso, non sei nessuno per sostenere il contrario.

    (Yasmine Atil, 5D)