Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

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    "Bring back manly man", in Italiano: "riportate indietro gli uomini maschili". Questa è l'ultima riga conclusiva del tweet postato da Candace Owens, scrittrice e giornalista americana del New York Times, in risposta alle foto pubblicate da Vogue ritraenti il celeberrimo cantante Harry Styles in un lungo vestito blu. La reazione è stata immediata. Personalmente non sono d'accordo con questa affermazione e per provare a spiegare le mie ragioni. Delineiamo, intanto, un campo di indagine più ristretto e specifico al tema di cui fa parte l'accusato: il mondo della musica. Parliamo di un universo basato sulla creatività, originalità, performance, dove non esistono leggi o modelli da seguire, un rifugio sicuro e protetto dal mondo reale nel quale l'espressione personale è valorizzata senza paura di dover rientrare nei concetti di "giusto" e "sbagliato". Credo, quindi, che possiamo essere d'accordo anche sul fatto che l'unica cosa che conta nella musica è la definizione etimologica di essa come Arte: dal latino ars, abilità materiale e spirituale nel creare qualcosa di unico. Bene, ora supponiamo di rivolere davvero gli “uomini maschili”: chi sono questi soggetti? Per rimanere strettamente in tema, andiamo ad analizzare personaggi analoghi al genere musicale di Harry Styles, che davvero hanno rivoluzionato il mondo della musica: icone del rock classico come David Bowie, Freddie Mercury, Prince, Kurt Cobain, Elton John, Jimi Hendrix, Elvis Presley... più volte hanno rotto la cosiddetta mascolinità tossica esibendosi in colorati vestiti e gonne o elaborati make up; sono usciti dagli schemi, si sono ribellati al costrutto sociale di genere che ha comportato certamente disprezzo da parte di alcuni ma soprattutto ammirazione dai più, sicuramente un altro dei motivi per cui oggi gli ricordiamo. Sono questi, allora, gli “uomini maschili” che vogliamo indietro? O forse sono i leader delle band punk, contraddistinti da sempre dalla linea di eyeliner o matita intorno agli occhi? Oppure, andando ancora a ritroso, ci si riferisce al kilt scozzese tradizionale dei suonatori di cornamusa? Potremmo andare avanti ma penso che la contraddizione nella quale è incappata la giornalista sia ormai visibile ad occhio nudo. Allora, cara Candace, qual è la necessità di screditare un giovane artista che sta semplicemente esprimendo se stesso, come hanno fatto altri prima di lui, senza recare alcun danno a nessuno né tantomeno a lei?

    (Gaia Pisanello, 3M)