Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Caro 2021...

    Quest'anno, invece di scrivere a Babbo Natale come faccio ogni anno coi miei fratellini, scrivo a te...
    Lo sapevi che fra tutti gli anni, tu sei quello che noi aspettiamo con più ansia? Molte persone che conosco mi hanno detto che non vedono l'ora di salutarti, di abbracciarti e darti il benvenuto.
    Persino io. Ed è una strana sensazione perché ho sempre considerato Capodanno come un promemoria che mi sussurrava: “Guarda, il tempo passa. Stai crescendo.”
    Questa volta, invece, è diverso. Non dico che questa mia idea sia sparita completamente, ma passa in secondo piano, nascosta dalla voglia di conoscerti, 2021. Come ti senti ad essere l'eccezione?
    Ma ciò che volevo dirti non è solo questo...
    Come saprai, il 2020 è stato un anno orribile e nel nostro profondo tutti speriamo che con il tuo arrivo si concludano questi giorni d'inferno e che ne arrivino altri pieni di gioia. Eppure, anche se sono felice di vederti, il mio essere pessimista mi fa affiorare dei dubbi. Chi mi promette che sarà così? Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro, possiamo solo pregare che quello che vogliamo accada... ma se questo nostro desiderio non si realizzasse? Se nel 2021 non cambiasse nulla? Non voglio rivivere un altro 2020, quindi per favore, promettimi, promettici che sarai un anno di ripresa, un anno di rinascita per tutti noi. Ti chiedo solo questo... diventa tu Babbo Natale e come regalo porta a tutti un anno sereno e tranquillo, in cui non dobbiamo preoccuparci di un virus mortale, possiamo uscire e stare con gli amici.
    Con affetto.

    (Alice Maestrini, 3H)