Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Ricominciamo in… SICUREZZA?

    7 gennaio 2021, forse 11 gennaio 2021. Riaprono le scuole e, all’apparenza, tutto normale. Riapre tutto come a settembre 2020: banchi separati, alcuni con le ruote (sedia e banco un tutt’uno) dove non c’è spazio nemmeno per sedersi comodi. Tutto normale! E il problema è proprio questo. Non è cambiato niente e abbiamo grandi possibilità di ricadere nello stesso errore del settembre 2020. Stavolta, però, cosa ha in serbo la scuola per noi? Il “50%”. Metà delle ore a casa, di fronte al pc, con le nostre scrivanie disordinate, latte e biscotti. Metà a scuola; e su quel banco purtroppo non c’è tanto spazio per il disordine, non c’è tanto posto… ma quello lo riserviamo per l’altra metà del tempo-scuola in DAD. Che fare?
    Ci sono alcune opzioni. Schierarsi dalla parte di chi è profondamente convinto che la didattica in presenza sia fondamentale, fregandosene di ogni altro tipo preoccupazione (esempio: contagio diretto, contagio attraverso trasmissione casa/scuola/lavoro/mezzi di trasporto) oppure aspettare l’esito del vaccino, migliorando la didattica a distanza (DAD) e incrementando i mezzi di trasporto. Mentre tutti discutono, si scambiano opinioni varie, conversando online intensamente, sulla riapertura della scuola a gennaio, c’è chi litiga spingendo per la proposta di posticipare la presenza all’11, al 15/01, al 31/01, o a data da stabilirsi… ma nel frattempo, noi alunni, sballottati fra una data e l’altra, non sappiamo neanche che cosa succederà il 7 o pare probabile l’11 gennaio, questo fatidico giorno, allo scoccare della prima campanella.
    Come a settembre 2020, un paio di giorni in presenza, e… “Ops! Abbiamo sbagliato tutto, tornate a casa!”?
    Marzo 2019, era una domenica e mi riposavo per il lunedì che sarebbe arrivato; avrei dovuto alzarmi presto e andare a scuola. Autobus pieni, persone appiccicate, strette strette, senza mascherina, pianificavano la serata senza badare ad un coprifuoco.
    Marzo 2020, scattò il lockdown. La DAD era un disastro, alunni e docenti disperati, mia madre, maestra d’elementari, non sapeva come filmarsi mentre spiegava le lezioni per i suoi bambini. La scuola è comunque riuscita a portarsi avanti e con la collaborazione dei docenti, anche se provati da tutto questo, ormai presa confidenza con Google Meet, le lezioni proseguivano e proseguono.
    In Inghilterra, presa come esempio, molti sono gli alunni non hanno mai fatto la scuola in presenza oppure hanno terminato in presenza e poi iniziato Home Schooling; nel 2019 oltre 60 mila alunni seguivano lezioni con questo metodo, e oltre 50 mila nel 2018. Come già è stato dimostrato, la didattica a distanza è didattica a tutti gli effetti, perché questa fretta di aprire le scuole, senza aver migliorato la situazione?

    (Bianca Cernuto, 5H)