Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    PER RICORDARTI CHE SONO QUI

    Ciao sorellina, come stai? Spero sia tutto a posto. Che fai di bello in questi giorni? La routine quotidiana è monotona vero? Ci stai se fra qualche giorno vengo su da te e trascorriamo un’intera settimana insieme? Già... il Covid... zona rossa... mannaggia. Però mi piacerebbe farti una sorpresa e a dir la verità l’ho già messa in atto. Sai che io sono già fuori dalla tua porta ad aspettarti sotto la neve? Prova a tirare la maniglia verso di te, mi troverai là dietro. Sono qua, ad un centimetro da te, non vedo l’ora di abbracciarti. Sorellina, sai che questa neve è bellissima? Profuma della tua città, profuma di te ed è bellissimo sfiorarla e sentirla sciogliersi sulla pelle. I caminetti dei palazzi sbuffano già da un po’, qualche parola di troppo ed il loro fumo grigiastro pervade il cielo, che si incupisce ma resta sereno. La strada è quasi del tutto vuota, c’è soltanto la nostra macchina parcheggiata all’angolo, vedo i suoi fari lampanti riflettersi sull’asfalto umido: percepisco un senso di mancanza. Mi manca trascorrere interi pomeriggi a parlare con te ed intere mattinate a dormire a fianco a te, mano nella mano, come due bambine. Ti ricordi del giorno in cui siamo salite in macchina per andarci ad abbuffare con quel gelato stupendo in una delle piazze principali della tua città? Ignara del fatto che potesse contenere alcool presi lo zabaione zuccherato. Non ricordo se riuscii a finirlo, ma ricordo benissimo che ridemmo un sacco. E della volta in cui con la stessa macchina abbiamo girato tutta Torino per raggiungere il palazzetto ed assistere al nostro primo concerto insieme? Quel mix di emozioni forti e fragili che facevano battere il cuore e girare la testa ci accompagnarono per tutta la serata, quella serata in cui piangemmo, ridemmo, urlammo insieme, mano nella mano. E delle vacanze insieme, delle feste insieme, delle serate a raccontarci di favole che avremmo voluto vivere davvero, che si prospettavano come grandi storie d’amore in cui ognuna sarebbe stata affiancata dal principe azzurro dei suoi sogni, te le ricordi? I nostri futuri si intrecciavano già, anche attraverso l’immaginazione. Ti scrivo qua l’ultimo ricordo, che sennò poi piango: il giorno in cui suonasti il campanello e salisti le scale di casa mia, lo ricordi? Io perdo il fiato ogni volta che rivivo quel frangente nella mente. È stato un giorno così speciale che mi sembra di poterlo rivedere davanti ai miei occhi ora, mentre lo descrivo. Vederti davvero, reale, non più attraverso uno schermo è stato così emozionante che a stento ti ho riconosciuta, tu, la più bella di tutte. Quante ne abbiamo passate insieme, eh? E pensare che quest’anno abbiamo dovuto vivere distanti senza poterci incontrare mai, che abbiamo dovuto fare a meno di indossare insieme i nostri cappellini divertenti, il tuo bianco, il mio grigio; fare a meno del nostro asciugamano condiviso da stringere in quelle mattinate in spiaggia a contemplare l’alba e dello scartare i regali insieme aprendo i pandori e spargendo lo zucchero da ogni parte. È stato un anno particolare, lo stesso in cui ho compreso, però, il vero valore della nostra amicizia: noi ci siamo state, sempre, l’una per l’altra indipendentemente da tutto e, ripensandoci adesso, posso appurare che la nostra sia davvero un’amicizia stupenda. Sorellina scusami se mi sono persa tra i discorsi, rivivendo certi momenti mi sono dimenticata di inviarti il messaggio, eccolo, sta arrivando, così che tu possa venire ad aprirmi che fa già un po’ freddo qua.
    Siamo entrati in un nuovo anno e quella mezzanotte è già scoccata da un pezzo. Non abbiamo potuto osservare la lancetta dell’orologio spostarsi in avanti ed esprimere il nostro buon proposito assieme. Io però c’ero quel giorno e ci sarò anche oggi, anche se aprendo quella porta tu non mi troverai, uscendo da quel cancello tu non mi vedrai ed affacciandoti sul ciglio della strada la nostra macchina tu non la noteraiio sarò lì, presente ed il mio abbraccio lo sentirai, perché quando non è un filo a tenere legate due persone ma si tratta di un pezzetto di cuore dell’una che appartiene all’altra, un modo per ritrovarsi lo troveremo sempre.

    (Giada Coveri, 3D)