Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Come in famiglia... in Redazione

    4 APRILE 2020, 16.55, ciò che sto facendo lo terminerò un’altra volta. Prendo il telefono e vado su Instagram, questa volta non per mettere “like” alle foto, ma oggi lo scopo è formativo. Tra 5 minuti inizia ciò che aspettavo da una settimana… la diretta Instagram con la Redazione del Marco Polo. Qualcuno si starà chiedendo cosa c’era di così entusiasmante da aspettarla per un’intera settimana. La diretta si faceva il venerdì o il sabato e ognuno si preparava una citazione, una canzone o un passo di un libro che trattasse l’argomento su cui si svolgeva l’intera diretta. C’è chi si buttava nella diretta a parlare con il “capo-dirette”, la Yasmine, che riusciva sempre a strapparti un sorriso e a farti parlare senza vergognarti, che riusciva a farti dimenticare, con la sua tenera e delicata voce, che c’era qualcuno ad ascoltarti e così riuscivi senza problemi ad esprimere tutto ciò che avevi dentro. E c’è chi, come me, preferiva stare un po' più nell’ombra, ma ascoltava con piacere tutte le meravigliose e strappa-lacrime considerazioni che venivano fuori sull’argomento.
    Mi ricordo che era sempre la prof.ssa Carpinteri ad iniziare con un pezzo, come solamente lei sa fare. E poi molte volte c’era anche il preside, Ludovico Arte, sempre pronto a dare utili “lezioni” a tutti, adulti e non. C’erano le persone del teatro, quelle di MATERIA PRIMA, del Teatro Cantiere Florida e altri ospiti, attori e registi: loro durante gli incontri, con semplicità, ci raccontavano l’ambiente e l’atmosfera del loro mondo lavorativo, con argomenti vari e molto interessanti.
    A me tutto ciò è servito molto, sia per relazionarmi con gli adulti che per cercare di abbattere quella timidezza che da sempre mi tormenta. So che avrei dovuto lanciarmi con più coraggio, ma la timidezza, questo malefico ostacolo, mi portava ad aver paura di sbagliare.
    Era diventata una seconda famiglia, per me, come quelle che si mettono intorno al fuoco e iniziano a raccontare ciò che di bello o brutto è capitato loro, accompagnate da un toccante e vibrante suono di chitarra.
    Ero sempre curioso di aspettare la fine della diretta per scoprire l’argomento sul quale ci saremmo confrontati la volta dopo, e appena saputo mi mettevo subito a fare delle ricerche per arrivare ben informato alla diretta; restavo tutta la settimana in attesa di poter rincontrare quel gruppo, in quel minuscolo angolo di Rete.
    Quando seppi della fine delle dirette e dell’ultimo incontro avrei voluto tornare indietro nel tempo. E una volta finita anche l’ultima diretta ebbi l’impressione che questa famiglia si fosse dispersa.
    Spero vivamente un giorno di poter tornare a frequentare quella famiglia che animava la monotona staticità della settimana.
    P.S. Mi mancate!

    (Mirco Nelli, 3D)