L'avvento inaspettato di una particella di materia ha cambiato per sempre le nostre vite. La normalità è diventata eccezione. Anche il semplice uscire di casa ha un retrogusto particolare, come un piatto raffinato che difficilmente hai la possibilità di degustare. Ho imparato ad apprezzare le piccole cose, a dare il giusto valore ai particolari. Tutto attorno a me è cambiato, sono cambiato anche io. Basta essere superficiali, non voglio più essere lo spettatore della mia vita: una vita passiva, dipinta di grigio. Voglio diventarne il protagonista, scrivere la mia storia con sudore, anche fallendo, cadendo, ma rialzandomi sempre. Finora non mi è mai mancato niente, ho sempre avuto tutto. I miei genitori mi hanno sempre accontentato, non perché lo meritassi, ma per rendermi felice. La soddisfazione? I meriti? Sempre lasciati agli altri, solo la cornice di un quadro, lo sfondo rispetto al primo piano. Basta aggrapparsi agli altri per rimanere a galla, scegliere la via più facile per raggiungere il minimo indispensabile. Serve un cambio di rotta, responsabilità e autonomia come mete. Sono dell'idea che cambiare non equivale a migliorare, tuttavia per migliorare è necessario cambiare. Un cambiamento radicale, che parte dal pensiero e giunge all’azione. Voglio diventare fiero di me, di quello che farò, di quello che sarò, rendere orgoglioso chi mi ha sempre voluto bene e mi è stato vicino: quella sarà la mia vittoria. Ho deciso, però, di tenere quel vestito che per tanti anni è stata la mia pelle, quel vestito sporco, sgualcito e strappato. L'ho piegato accuratamente e riposto nell'armadio. Arriverà il giorno in cui lo ritirerò fuori, non per indossarlo, ma per ricordarmi chi ero e apprezzare ancora di più quello che sarò diventato.
(Marcello Consigli, 5B)