Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Molteplicità

    Immagina una stanza di infiniti specchi.
    Strani specchi che distorcono la realtà.
    Tanti riflessi falsi di un’unica realtà che si trova allo stesso tempo in tutti gli specchi e in nessuno.
    La mia immagine in questo momento non è certamente quella di ieri e sicuramente non sarà la stessa di domani.
    In una stanza dagli innumerevoli specchi io che vi entro sono realtà, ma non riuscirò mai a vedermi né a mostrarmi se non attraverso uno di questi riflessi distorti. Potrò scegliere quello che in quel momento mi si addice di più, e potrei cambiare idea nell’istante successivo. Potrei sentirmi appartenente al riflesso precedente scegliendone comunque uno nuovo.
    Mi trovo allo stesso tempo in ognuna e in nessuna delle mie molteplicità. Tutte mi rappresentano e nessuna spiega davvero chi sono.
    Potrò cogliere qualcosa di me in ogni riflesso sempre, insieme a qualcos’altro che non mi riguarda affatto.
    Quello che in conclusione sono, forse nemmeno io stessa lo saprò mai veramente.
    E come spiegare qualcosa che non sai… se non attraverso frammenti di certezze momentanee e incredibilmente volubili?
    Mi presenterò sempre per quella che credo sia la versione che più possa avvicinarsi ad una sintesi di tutto ciò.
    Una sintesi della molteplicità costituita dall’immensa quantità di riflessi che vedo all’interno di me.
    Cercherò di trarre ed esplicitare più dettagli possibili, senza però avere la certezza che essi non svaniscano nell’istante successivo.
    Ognuno di noi è sicuramente più di uno, è molti.
    È una folla costituita da un’infinita varietà di classi che pensano in modo completamente differente ma nelle quali si possono trovare cenni concordanti.

    Svetlana Innocenti, 4M