Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Vent’anni

    Hai compiuto vent’anni. Ce l’hai fatta, hai compiuto vent’anni. Potrò dirtelo, il 10 di giugno, quando li compirai. Hai vissuto vent’anni della tua vita nonostante avresti potuto congedartici a 13. Invece hai superato la soglia, sei andata al di sopra delle tue aspettative, come hai sempre fatto e sempre ti sei stupita di te stessa. Vent’anni. Senza papà, senza nonno, senza fidanzato. Primo compleanno senza papà, ce la farai? È un grande peso. Ma hai ottenuto tanto, hai dato tanto. Hai sempre paura di dormire sola? Hai sempre paura di camminare per strada e vederlo, ma non c’è?
    Sono fiera di te, te l’ho mai detto? Forse no, ti ho sminuita tanto ma ti sei sempre saputa adattare, anche quando la tua testa girava forte. Ti ho sminuita contrattaccando il tuo dolore, arrecandotene di fisico, fino a farti sanguinare. Negli anni ti sei concentrata, anche se la concentrazione non è il tuo forte. Vent’anni, ci rendiamo conto? Con i tuoi gatti, i tuoi libri, i tuoi fogli pieni di parole che diresti al mondo intero e ti sei tenuta per te. Il tuo pianoforte, che hai deciso rimanesse in silenzio mentre tutto ciò che voleva era essere suonato. La tua paura di perdere Leonardo, che la mamma restasse sola, che quel pianoforte venisse suonato ancora, che i fogli restassero bianchi. Stai andando avanti, avanti… dove non ne hai idea, ma non importa. Ti svegli, ti alzi, ti lavi e ti vesti e questo per ora è l’importante. Alzarsi. E spero che tu non smetta di farlo.
    Alla me, fra poco Ventenne.

    Bianca Cernuto, 5H