Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    SPERAVO CHE VENISSI A COLORARMI… E TI GIURO ASPETTERÒ

    Senza parlarci per anni. Tra di noi neanche una parola. I giorni trascorrevano senza che le nostre vite si incrociassero e le cose continuavano comunque. La nostra voce non si trasferiva più da un telefono all’altro provocando quelle fragili vibrazioni che infrangono il muro del suono. Non eravamo più una di fianco all’altra. Poi un giorno la sua mancanza ha bussato alla mia porta ed il bello è che per lei è successo lo stesso: sono tornata ad essere un briciolo di calma nella sua vita, mare in tempesta. All’inizio dell’anno ci siamo riviste, fuori, al sole, camminando per le vie del nostro paesino come se fosse nostra usanza, come se fossimo da sempre legate a quella passeggiata per i campi. E per quei campi abbiamo parlato, riso e scherzato, ci siamo confrontate viso a viso, senza filtri, rendendoci partecipi a vicenda di quella parte di percorso in cui l’una non ha affiancato l’altra. Ho riscoperto tante sfumature di lei che pensavo di aver cancellato, le quali sono tornate a colorarmi. Così nella mia mente è riapparso quel piccolo diario in bianco e nero che per anni ho aspettato lei colorasse. Quel diario è rimasto intatto per diverso tempo, fin quando la vita non ha deciso di dipingerlo a suo piacimento, modificandolo con le tracce del tempo. Ad oggi scarabocchi, bozze e capolavori artistici riempiono quei fogli consumati dagli anni. So di avere a disposizione ancora tante altre pagine sulle quali raccontare scrivendo, disegnando e colorando il mio futuro, sempre disposta ad accogliere le meraviglie dell’altro e per questo ancora disposta ad accogliere lei, il mio pastello colorato, e le sue più naturali sfumature.

    Per favore non piangere
    E non ci rimanere malе
    Che noi due ci conosciamo benе
    Dalla prima elementare
    E scrivevo tutti i miei segreti
    Col pastello bianco sul diario
    Speravo che venissi a colorarli
    E ti giuro sto ancora aspettando.

    E ti giuro aspetterò.

    Giada Coveri, 3D