Ore 21:00.
Sono su Discord.
Sento i miei amici, magari giochiamo a qualcosa e ci facciamo due risate.
Abitano dall’altra parte del Paese, ma non importa.
Stiamo insieme e stiamo bene.
Sono una normale ragazza come tutti gli altri, solo un po’ introversa.
Ho quasi paura delle persone, per questo non parlo tantissimo con loro.
Sono sempre stata considerata come “l’asociale”, quella scema che preferisce rintanarsi nel suo mondo invece di andare in discoteca come i suoi coetanei e quella che non ha amici perché è strana.
Non ho un problema con questo, ho sempre avuto problemi a fare amicizia, prima per timidezza ora per una vera e propria ansia.
Ma se dicessi che si può fare amicizia anche con l’ansia?
Qualche anno fa incontrai una ragazza a Lucca Comics, una di queste fiere dei fumetti.
Eravamo entrambe in cosplay (sono una sottospecie di costumi) e entrambe disegnavamo per hobby.
Sono stata con lei per un bel po’ di tempo, ma alla fine siamo dovute andare via entrambe.
Finita la fiera, quella ragazza è riuscita a trovarmi su Instagram (uno di quei social che la gente condanna tanto), siamo state entrambe felici di risentirci e alla fine la ragazza mi ha convinto ad entrare in un gruppo WhatsApp con altri cosplayers e “artisti” che conosceva.
All’inizio ho avuto ansia, e parecchia, ma alla fine sono riuscita a sciogliermi un po’.
Fare amicizia online non è come fare amicizia con un’altra persona davanti, c’è molta meno ansia. Con questo gruppo sono riuscita a conoscere delle persone meravigliose che reputo amiche anche se abitano in ogni parte dell’Italia.
È vero, con una persona di Venezia è un po’ difficile uscire a prendere un gelato la domenica, ma comunque ci divertiamo a modo nostro.
Certo, con le amicizie online bisogna stare attenti, e anche tanto, non tutti vogliono essere tuoi amici.
Le amicizie fatte online non sono come quelle fatte nella vita reale, ma sono comunque valide.
Il punto dell’amicizia è stare bene, anche se l’appuntamento è su Skype invece che su delle scalette.
I tuoi amici sono le persone che ti fanno sentire bene, indipendentemente dal fatto di trovarle in piazza o in chiamata
(Ilaria Pesciullesi, 4C)