“Non riesco a vedere un futuro davanti a me e tutto quello che prima mi emozionava, adesso non mi suscita niente.
Un motivo per non mollare esiste ancora però.
Non è detta l’ultima parola.”
Non è detta l’ultima parola perché di parole ne avremo da pronunciare ancora tante, immense e memorabili, parole che nella loro intangibilità riescono a donare una forma alle meraviglie che ci circondano, che troppo spesso sono date per scontato. Attraverso le nostre parole, ricollegate a quelle dei grandi che hanno abitato Firenze nel corso della storia e che hanno determinato la storia della nostra meravigliosa città, abbiamo la possibilità di rivalutare le situazioni odierne, in cui tutto sembra irraggiungibile ed avverso, calibrando le nostre forze affinché qualsiasi male sia sconfitto. Sconfitto oppure reso amico, reso servibile tramite la bellezza che si cela dietro quel manto oscuro che lo avvolge, che non è fine a sé stessa e che permette quindi di stravolgere l’ordinario per andare a renderlo unico ed irripetibile, per renderlo un pezzo di storia.
Allora qual è il ruolo dell’arte nella nostra vita?
L’arte rende coraggiosi, l’arte insegna. Insegna perché conosce le tracce del tempo che mai andranno a cancellarsi, perché ogni singolo graffio che ha reso incomparabile un’opera rispetto alle altre mille ha il suo significato e la stessa opera, priva di tale segno distintivo, non sarebbe sé stessa. Il ruolo dell’arte adesso, in questo periodo di emergenza sanitaria, è quello di riuscire a far comprendere che, eliminati i preconcetti e aperti gli occhi al mondo, ci sarà possibile cogliere il lato positivo in qualsiasi cosa, riuscendo a vedere abitata una Firenze all’apparenza desolata e sola, che in realtà, invece, non ha mai smesso di accogliere le nostre vite.
“Ehi tu, ricorda: l’ostacolo non ferma il cammino, nel cuore di ognuno alberga il Magnifico.”
E come Lorenzo de Medici che, invece di sfuggire all’imbroglio nemico rintanandosi nel suo guscio, ha tratto dal buio rinascita, noi abbiamo l’opportunità di risollevarci dall’oscurità, attraversando tutto a testa alta, difficoltà e sentieri avversi, così da poter tornare un giorno a dipingerci di luce.
La storia di questa città è il punto da cui ripartire, per sempre, per davvero.
(Giada Coveri, 3D)