Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Questo brutto scherzo

    Sono le 22, è l'ora di andare a letto.
    Chiudo il libro sopra le mie ginocchia, annuso per l'ultima volta le pagine ed infine prendo il telefono e metto la sveglia: 6:20.
    Luce spenta: ora si dorme.
    Mi infilo sotto le coperte, al calduccio, lontano dal brutto tempo fuori dalla mia finestra.
    Silenzio. Nessuno è sveglio.
    E allora, cos'è questo rumore? Chi è che produce questo mormorio che sento?
    Strizzo gli occhi e la mia testa inizia ad immaginare lo scenario peggiore.
    Poi sento dei passi in cucina.
    Sto immaginando tutto vero? Non c'è nessuno qui, oltre a me e la mia famiglia, giusto?
    Ma questi si fanno più veloci e sempre più vicini, fino a che non si bloccano.
    Sento il mio respiro fermarsi ed il cuore smettere di battere. Un fruscio e qualcosa mi sfiora il braccio.
    Mi alzo di corsa presa dalla paura e mi guardo intorno, alla ricerca di chi è entrato in camera mia…
    Ma nella mia piccola stanza, illuminata da quella lucina rossa, non vedo nessuno.
    Mi porto una mano al petto.
    "È stata una tua idea?"
    Mi colpisco la testa con le nocche, maledicendo il mio cervello. Non ha bisogno di rispondere, perché io so che è colpa sua.
    Lui mi ha giocato questo brutto scherzo: si è solo divertito, approfittando della mia ansia e della mia paura del buio.
    Ma soprattutto sfrutta il fatto che non riesco a dormire.
    La mia rabbia di non riuscire a sprofondare nel mondo dei sogni.
    E la noia, dunque di non riuscire ad addormentarsi, lo porta a divertirsi a modo suo.
    E ciò non aiuta: lui inizia a viaggiare e racconta parola per parola il suo viaggio.
    Parla, senza stancarsi, poi mi costringe a ripensare a quella figuraccia ed a come avrei potuto rispondere tre anni fa a quella offesa.
    Si mette persino a ripassare per la verifica!
    Fa tutto, ma non sta zitto.
    Non mi ascolta, fa di testa sua e continua, fino a che non si stanca.
    Solo allora, sì, solo allora posso chiudere gli occhi e sospirare:
    "Mezzanotte eh? Oggi ci hai messo meno a stancarti."
    Domani vedi di stare un'ora sola a divagare, anzi…
    Non iniziare proprio.
    Fammi dormire.

    (Alice Maestrini, 3H)