Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Non possiamo fermarci

    Nero.
    Assolutamente niente.
    È questo che immagino ci fosse, prima che tutto abbia avuto inizio.
    Niente.
    Poi qualcosa cambiò, improvvisamente. Si pensa che un giorno, in un momento indefinito dell’esistenza, una grande massa di energia esplose dando origine ad una bozza di quello che è oggi l'universo. Un universo neonato, che con il passare del tempo è mutato fino a divenire quello che conosciamo oggi.
    E proprio oggi parliamo di anni, secoli, ere. Di uomini e di popoli. Di fatti ed eventi.
    Studiamo il passato e facciamo piani sul futuro. Immaginiamo quello che potrà essere un giorno il nostro presente. Un'attualità influenzata da scoperte, invenzioni, miglioramenti e capovolgimenti.
    Poi basta. Arriverà quel momento in cui tutto cesserà, tutto avrà fine. Non resterà più niente, neanche il ricordo di quello che è stato, che è stato fatto, che siamo stati. Nulla avrà senso. Nulla avrà avuto senso. Torneremo allora al punto di partenza, a quel nero, a quell’assenza di tutto. E allora penso. Penso che viviamo in una impercettibile lasso di tempo disperso in uno incommensurabile. La vita corre veloce come un quattrocentista in pista, e per non perderti, per non perderla, devi fare altrettanto. Non possiamo rallentare, non possiamo fermarci.
    Dobbiamo goderci ogni momento, come fosse l'ultimo, quello più importante. È troppo corta per pesare ogni cosa, per lamentarci non appena qualcosa non va come vorremmo. Se non vogliamo rimpianti, non possiamo permettercelo.

     (Marcello Consigli, 5B)