Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Due facce della stessa medaglia

    Un altro giorno, di nuovo a scuola.
    Dopo le lezioni, la ricreazione.
    Tiro fuori le mie care amiche cuffiette ed entro nel mio mondo, per me che sono una persona abbastanza introversa stare in mezzo alle persone è mentalmente stancante.
    Anche se dovessi parlare con qualcuno… che dico?
    Se dico qualcosa di male per sbaglio?
    Riderebbero di me di sicuro; questa esperienza l’ho già fatta, meglio non ripetere le cose.
    Le persone hanno notato la mia introversione nel corso di questi 4 anni.
    Per i miei compagni ero la persona strana un po’ asociale e a volte anche i professori si sorprendevano quando per una volta riuscivo a interagire con qualcuno; una volta ho partecipato ad uno scambio in Francia; ero l’unica della mia classe e una professoressa si è perfino stupita di questo.
    Non ho mai avuto il coraggio di andare a una festa o in una discoteca con i miei compagni, ho paura, ci sono troppe persone.
    Insomma, per le persone sono l’asociale di turno.
    La maggior parte dei miei amici sono sparsi in ogni parte d’Italia, quindi devo chiamarli per forza per sentirli.
    Durante le chiamate di gruppo con loro non parlo comunque tantissimo, ma sembra che la mia introversione non esista.
    Riesco a fare uscire la vera me.
    Quella persona che riesce a parlare con gli altri senza aver paura della loro reazione, che ha voglia di “scatenarsi” (non troppo) e non ha paura di sembrare/essere strana.
    Sono libera di fare quello che voglio, mi sento felice.
    Mia madre dice che siamo una banda di pazzi.
    Sarà che sono dietro ad uno schermo e ciò calma la mia ansia, ma a questo punto sono un po’ confusa.
    Non so se sono introversa o solo un’estroversa con molta ansia sociale.
    Vabbè, non importa.
    Inutile etichettarsi, io sono io così come sono.

    (Ilaria Pesciullesi, 4C)