Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Gara ad ostacoli

    Erano appena finite le scuole medie, ed io avevo superato i miei esami. Molto soddisfatto!
    Avevo davanti a me un’intera estate spensierata, senza compiti, di puro divertimento, ma solo un quesito mi affliggeva… come sarebbero state le Superiori?
    Passai le vacanze con un unico tarlo, questo pensiero.
    Inizialmente non gli davo tanto peso, ma più si avvicinava settembre e più il tarlo si faceva sentire.
    *Driiinn* Eccola la sveglia. Ore 6.30. Era arrivato il momento fatidico dell’amaro risveglio del primo giorno di superiori. Gli occhi non avevano alcuna voglia di aprirsi, ormai disabituati a quell’orario. Di corsa mi vestii e mi diedi una rinfrescata. Mia mamma, in macchina, mi accompagnò fino al cancello della scuola. Lei era più emozionata di me e con eccitazione mi diede un bacio e mi guardò varcare il cancello.
    Di là dal cancello, davanti a me, si presentava un percorso lunghissimo, cinque anni se tutto filava liscio, come fosse una gara ad ostacoli, al termine della quale sarei stato premiato.
    Le gambe tremavano, sentivo i battiti del cuore accelerare e le mani sudaticce… eccolo il mio amico… finalmente… con lui ci unimmo allo sconosciuto gruppo che componeva la nostra classe. Imbarazzato mi presentai e da quel momento ebbe inizio la mia nuova esperienza.
    Oggi posso dire di essere stato fortunato; con i compagni mi trovo benissimo e con alcuni di loro è nata un’amicizia profonda. Con loro sono maturato ed è lontano ormai quel Mirco che alle scuole medie se non raggiungeva ciò che si era imposto, crollava emotivamente non facendo una gran bella figura davanti ai compagni.
    Con la mia classe ho sempre cercato di aprirmi di più, seguendo la filosofia di pensiero “come va, va”. E se prima avevo paura di esprimere le mie idee per il timore di essere criticato, adesso non è più così, anche perché esprimere le proprie idee non è sbagliato, anzi è un modo per farsi conoscere dagli altri.
    Mi sono anche reso conto che i professori sono esseri umani come noi; che anche loro sono stati adolescenti e che quindi capiscono le nostre sfaccettature adolescenziali. Sono sempre pronti a porgerci la loro mano quando ci troviamo in difficoltà. Il rapporto con loro è diverso da quello che avevo con i prof delle medie. Lo sento un po' più alla pari.
    Inutile dire che della scuola precedente al Covid sento molto la mancanza. Questa DAD sta iniziando a stufarmi, dal momento che da più di un anno non riesco ad interagire appieno con professori e compagni. Mi mancano le chiacchierate durante la ricreazione… in DAD per fare ricreazione si sta alla scrivania, sul divano o sul letto a girarsi i pollici. È proprio quell’atmosfera che mi manca, le voci, il via vai nei corridoi, porte che si aprano e si chiudono, le code in bagno. Non vedo l’ora di poter tornare a prendere il bus per arrivare a scuola, senza paura del contagio, senza mascherina, senza gel igienizzante.
    Rivoglio la mia gara ad ostacoli per poterli affrontare, superare ed essere premiato!

    (Mirco Nelli, 3D)