Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    È solo un semplice sogno?

     Arriva la sera. È tardi, mi addormento ed inizio a sognare
    Tutto diventa buio, tutto si fa silenzioso e in un attimo mi ritrovo in un’altra dimensione
    Sono in una dimensione fantastica, in una dimensione immaginaria nella quale non so esattamente come sono arrivato, in una dimensione nella quale però sono stato catapultato così… di colpo!
    Vi siete mai chiesti cosa sia realmente un sogno? A cosa serva sognare?
    I sogni ci riportano in posti conosciuti e poi dimenticati, nei luoghi della nostra città e soprattutto negli angoli più nascosti del nostro cuore.
    Sì, è proprio così.
    Per me sognare significa proprio avere la possibilità di vivere ancora una volta degli episodi della mia vita, belli o brutti che siano stati. Cioè mi trovo ancora lì a soffrire o a ridere nuovamente.
    A volte sogno dei posti sconosciuti e mai visitati o almeno credo e mi chiedo quale significato possano avere per me e se veramente non siano il frutto della mia fantasia.
    Credo, infatti, che sia proprio la nostra immaginazione a portarci solo dove vuole lei proprio per trasmetterci un messaggio preciso, un’interpretazione del sogno che cambia da persona a persona.
    Non so se i sogni degli adulti siano diversi o uguali rispetto a quelli di noi ragazzi, ma sicuramente ci mostrano le nostre paure, le nostre ansie, le nostre fantasie e le nostre speranze.
    Nonostante tutta questa incertezza, sono certo che sognare può mostrarci qualcosa in più della nostra personalità.
    È così che il nostro cervello si mette in azione ogni notte e, attraverso immagini più o meno chiare, ci mostra un mondo diverso che solo a volte abbiamo l’occasione di ricordare.

    Sono le 8 del mattino
    Mi sono appena svegliato
    Ho fatto un sogno davvero molto strano. Mi è sembrato di essermi messo a scrivere qualcosa sui sogni, qualcosa sull’immaginazione di ognuno di noi
    Boh, davvero molto strano!
    Meglio se vado a fare colazione, altrimenti il latte diventa freddo.

    (Niccolò Brunori, 3D)