Un sogno mi è scivolato tra le dita
quando per un momento hai pensato di
mollare tutto e
riprendere da capo
senza di me.
Mi hai messo paura
quando hai perso quell’aria così pura
che riempiva la stanza
e non mi lasciava sola.
Hai rotto schemi e rimodellato mondi
per me
e poi l’hai fatto solo per te,
perché ti riusciva così bene riordinare i pezzi
tanto da voler poi sparpagliare anche i miei.
Della confusione che mi abitava
tu ne hai fatto un mosaico.
Sapevi le cose come stavano
e ti riusciva anche dedurle.
Non ti servivano tante parole,
no,
le parole tu non le usi affatto.
Preferisci vagare su nuvole di carta
e solcare confini sui fogli che scrivi
quando ti esprimi
e rendi il silenzio
assoluto.
Così fai
anche stavolta:
ti chiudi in stanza,
apri una voragine
e lasci scritto sul post-it appeso al frigo:
“Non contare mai su di me.”
(Giada Coveri, 3D)