Tu sei lì, tranquillo. Sorridi ed annuisci, fingendo di capire la lezione.
La professoressa continua a parlare, probabilmente la sua voce ti arriva ovattata.
Distolgo lo sguardo e mi concentro un attimo sul libro. Un secondo poi torno a guardarti e in mano hai il telefono.
È un tuo riflesso incondizionato, se non lo guardi ogni 5 minuti impazzisci. E poi ti lamenti che i professori ti riprendono sempre.
Alla ricreazione ti alzi e mi raggiungi, scocciato. Hai l'aria di uno che prenderebbe a pugni il primo malcapitato.
Le tue labbra si muovono velocemente e le parole cambiano tono ogni volta. Le mani che si alzano, si spostano a destra poi vanno a sinistra. Si scontrano e poi si fermano.
Ogni tua azione, il mio cervello la registra e non la dimenticherà mai.
"Terra chiama Alice. Ci sei?"
"Sì ci sono."
"Ma stai seguendo cosa sto dicendo?"
"Ti sto ascoltando. Continua."
Diventi noioso ogni volta che ti lamenti. Ce l'hanno con te perché non segui la lezione e hanno ragione. Se ti impegnassi ad ascoltare…
Ma dentro di me spero non accada.
Mi piace sentirti parlare. Ti ascolto volentieri.
Ti ascolterò anche domani…
(Alice Maestrini, 3H)