(Victor Hugo)
La faccia cambia aspetto, le guance si arrossiscono, il mento si infossa, le labbra si incurvano. Sulla fronte si formano delle rughe e dagli occhi escono le lacrime. Questo è il nostro volto quando piangiamo, ma dentro… dentro è difficile descrivere quello che accade.
Pensi di essere stupido in quel momento, mentre piangi, ti vergogni e vorresti coprirti il volto. Soprattutto per noi maschi; a noi il piangere non è concesso né compreso allo stesso modo che per il genere femminile.
Ma piangere è naturale, fa parte di noi… è l’espressione di un animo sensibile, empatico. Piangere è liberazione dallo stress accumulato, piangere è il ricordo dei momenti pazzi, strani, belli che hai trascorso con una persona alla quale sei molto affezionato, ma che devi salutare.
Per non parlare delle lacrime di gioia… quelle di una madre che vede suo figlio per la prima volta, quelle che ti sgorgano naturalmente quando raggiungi un obbiettivo stravoluto e strasudato… ah quelle sono le più belle, ma le più rare!
Piangere non è segno di debolezza.
Piangere è vita. E chi non ha mai compreso il significato profondo di quel sapore salato non ha mai avuto un incontro sincero con la vita.
(Mirco Nelli, 3D)