Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Sono qui

    Occhi chiusi. Buio. Occhi aperti. Ancora buio.
    Tasto in giro alla ricerca di un interruttore.
    Le mani sul pavimento freddo, ma non riesco a trovare niente. Una torcia, un accendino, lo schermo del telefono… ogni cosa va bene, mi basta faccia un po' di luce.
    Non mi piace questo buio, mi opprime. Eppure, non c'è niente di niente.
    Qualcuno può accendere la luce?
    Cammino in giro, con calma, facendo attenzione a dove metto i piedi.
    La stanza sembra grande, sì, sembra molto spaziosa, ma questo buio… Mi sento in una bolla. Chiusa dentro, senza via d'uscita.
    Quanto ancora dovrò camminare nell'oscurità?
    Quanto ci vorrà prima che qualcuno si accorga della mia assenza?
    Qualcuno lo farà? Noteranno che non ci sono?
    "Sono qui…" "Mi sentite?" Le sentite le mie urla?
    No, ne dubito. Mi accascio al suolo con le gambe doloranti,
    arresa a rimanere per sempre qui dentro.
    Forse se urlassi un'ultima volta, magari questa è la volta buona e qualcuno mi sente.
    "Sono qui… accanto a te, seduta sul letto, ma tu non mi senti urlare."

    (Alice Maetrini, 3H)