Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Ciao

    Io e i miei amici abbiamo un server su Minecraft e a volte facciamo giochi di ruolo.

    Ognuno ha un personaggio e ognuno “recita” la parte del personaggio immergendosi completamente nel mondo in cui stai giocando.
    A me piace fare il negromante, qualcuno che ha a che fare con i fantasmi, la magia ecc., penso che sia un ruolo molto interessante (e soprattutto anche perché sono l’unico dei miei amici che sa come si fa una pozione su Minecraft).
    Posso usare la scusa dei fantasmi e della magia per rompere la cosiddetta “quarta parete”, il muro invisibile che rappresenta il confine tra la realtà e l’immaginazione.
    Mi piace sfondare quella parete e ogni volta che lo faccio qualcuno è sorpreso oppure spaventato.
    Rompere la quarta parete, è quello che farò adesso.
    So che ci sono degli occhi che stanno leggendo i miei pensieri in questo mondo di carta e parole, e oggi voglio parlare con voi.
    Con te che stai leggendo e che adesso sei appiccato/a allo schermo; a te che stai leggendo questo ammasso di parole.
    Se stai leggendo questo, vuol dire che sei del Marco Polo o di Firenze (dipende dove finirà questo post).
    Se sei del Marco Polo c’è una piccola possibilità che tu sia uno studente con il quale non ho mai parlato e che non conosco.
    Potresti essere la mia professoressa di italiano che ha letto i miei articoli dall’inizio dell’anno fino ad adesso.
    Oppure sei l’altra professoressa d’italiano che sta leggendo questo articolo perché vuole vedere i lavori della sua redazione, ho forse ragione prof.ssa Carpinteri?
    Ad ogni modo, tu come stai?
    Pubblicheranno questo articolo verso la fine di maggio, quindi suppongo che il momento in cui tu leggerai questo post sarai stanco della scuola e eccitato per le vacanze estive (questo indipendentemente se sei uno studente o un professore).
    Tutti sono felici che stia arrivando l’estate perché ognuno riuscirà ad avere un momento per sé, si chiamano “vacanze” per gli studentelli come me e “ferie” per i lavoratori.
    Voglio farti una domanda: cosa ti spinge a essere qui?
    Cosa ti spinge a leggere quello che sto annotando?
    Come mai sei qui?
    Tra tutte le cose, come mai hai scelto di venire su questa pagina?
    È perché sei annoiato e non sai cosa fare?
    Oppure è perché hai visto l’anno scorso dei ragazzini che raccontavano storie sulla quarantena e il Covid e hai pensato “Hey, questi ragazzi sono in gamba, credo che seguirò i loro lavori in futuro”?
    O è perché fai parte della redazione e in questo momento stai leggendo queste note per vedere quello che ho scritto e decidere se pubblicarlo o meno? Del resto, anch’io sto leggendo ciò che hai scritto tu.
    Forse sei semplicemente molto curioso e vuoi conoscere i pensieri delle nuove generazioni su certi argomenti; ho ragione?
    Qualsiasi sia il motivo, goditi la lettura, ma sappi che non tutti sono come me.
    Vedi, i pensieri viaggiano in maniera diversa nella mente delle persone, per questo motivo vedrai post più lunghi, più corti, più poetici, più diretti e così via.
    Non posso prevedere come il resto dei miei compagni trascriveranno i loro pensieri.
    La mente di un ragazzo è uno spirito che sembra un ammasso di gas che ancora non ha una forma ben precisa, ma cerca di essere un ribelle: non riuscirai mai a prevederla, non finché l’ammasso di gas non avrà una forma certa, mi spiego?
    Spero che in questa pagina tu possa trovare quello che stai cercando.
    Il nostro contatto per ora finisce qui, ma in futuro parlerò con te di nuovo, tu spirito osservatore che leggi i pensieri altrui.

    Ilaria Pesciullesi, 4C