"Vai tranquilla, di sicuro la verifica è andata bene!"
"Sì, come sempre: dici di aver fatto schifo e poi ti arriva 8 o 9."
"Non credo minimamente che tu possa aver sbagliato."
"Quanto hai di media? Vedi? È alta, anche se prendi 5 la materia è sufficiente."
No no no e no. Dovete stare tutti zitti.
Sapete come sono fatta, no? Dubito sempre di me, ho ansia per tutto. Necessito di sfogarmi, di urlare "MI È ANDATO MALE UN COMPITO" e voi non dovete dire il contrario.
Non fate nascere in me delle aspettative.
Se poi alla fine del mio sfogo scopro che la verifica è andata bene, d'accordo, ne sarò felice e ammetterò che avevate ragione.
Ma ora no. Non adesso. Ora mi dovete ascoltare senza parlare.
Non è questione di voti per me.
Non riguarda l’insufficienza. Questa mia paura che ho dentro non ha nulla a che fare con il voto.
"Lo sapete no, che è la mia prof preferita. Quell'idea, quella paura che ho sempre avuto si sta per realizzare. Rischia di diventare reale."
Ma no, voi non potete capire. Non riuscireste mai a comprendere cosa c'è alla base delle mie preoccupazioni. A voi interessa solo che la verifica sia andata bene.
Vi interessa vedere il numero che vi deve essere affibbiato per forza.
Non è questione di voti.
È questione di sguardi. L'idea di vedere la delusione nei suoi occhi mi spaventa.
Immaginare solo minimamente di perdere la stima che penso lei abbia nei miei confronti mi fa male.
Tutto ciò che ho costruito in tre anni, andato in frantumi perché mi sono fatta prendere dall'ansia nel momento decisivo.
Perché non ho saputo riprendere il cervello e farlo concentrare sul testo.
Perché non ho contrastato il dubbio di aver sbagliato e ho corretto male.
Fanculo il voto, fanculo la media…
Spero di non averla delusa troppo.
Alice Maestrini, 3H