Non so.
Non so chi sono prima di tutto.
Probabilmente è un tratto dell'adolescenza,
almeno così dice mia mamma.
Può darsi;
vorrei poterlo chiedere
a chi sarò nel futuro,
ma è vero che il futuro,
come il passato,
sono solo illusioni:
il presente è quello che conta.
“Carpe diem” dicevano i romani,
e i Poeti Estinti.
Beh, sì
ma anche del presente
non so.
Avrei bisogno magari di più certezze,
capire chi sono.
Però, so che lo imparerò solo con il tempo,
da sola,
perché devo conoscermi ed instaurare con me stessa una relazione sana.
E avrò poca pazienza,
e commetterò tanti sbagli, probabilmente.
Prenderò decisioni sbagliate,
sceglierò una via piuttosto che un'altra
e forse sarà quella errata.
Mi giudicherò troppo duramente,
penserò di essermi capita,
pretenderò di essere l'unica a capirmi
e invece sarò la sola che ancora non si comprenderà.
Perdonatemi
e sopportatemi
nelle mie convinzioni che durano due minuti,
che vi toccherà assecondare
in un modo o nell'altro.
Tuttavia, alla fine provare è l'unico modo per conoscere,
ce lo avete insegnato da piccoli:
“sbagliando s’impara”
“se non assaggi non puoi dire che non ti piace”;
chissà perché valgono solo quando si è bambini,
mentre, entrati nell’adolescenza, ci si aspetta di avere tutte le risposte
e di avere certezze sul mondo e se stessi,
quando invece è l'esatto contrario.
Lasciatemi sbagliare quanto voglio,
non datemi limiti,
finché ci saranno confini non potrò mai conoscere la mia interezza.
Io ancora non lo so chi sono,
in tutti i sensi,
lo ammetto.
E non voglio neanche mettermi fretta per scoprirlo, non l'ho mai voluto,
non è nella mia natura;
continuo a vivere secondo quei due principi imparati da piccola.
(Gaia Pisanello, 3M)