"Ciao. Ti ho chiamato perché volevo uscire."
"Si, perché no! Quando?"
"Boh, domani ti andrebbe bene? Avevo chiesto anche…"
Improvvisamente, silenzio.
Intorno a me, tutto diventa silenzioso. Non sento più la zanzara che girava per la camera dandomi noia, non sento più mia mamma, che nell'altra stanza, parla al telefono.
Non sento più la tua voce.
"Avevo chiesto anche…"
Delle semplici parole che, a una come me, colpiscono sempre come una lama.
È stupido, da parte mia, concentrarmi su queste piccolezze. Ma non posso farci nulla: mi intasano la testa senza darmi tregua.
Dimmi: perché non sono stata io la tua prima scelta?
No, anzi… perché non sono mai io la tua prima scelta?
Mai una volta, mai, mi hai detto "Ho pensato subito a te…"
Mai una volta io mi sono sentita un po' speciale rispetto agli altri.
Mai, nemmeno una.
E invece che scriverlo ora su questo nuovo foglio, vorrei tanto parlarne con te.
Dirti faccia a faccia qual è il problema, ma è solo una cavolata.
"Ma mi stai ascoltando?"
"Sì, hai bisogno di parlare oppure stacco e ci si vede domani?"
"A domani."
Bip bip.
Ciao anche a te…
Alice Maestrini, 4H