Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Ti Voglio Bene

    Ci avvicinano momenti magici, quelli silenziosi, quelli romantici. Quei momenti per i quali, fossi stato diciottenne, avresti lasciato la tua mente vagare fra un foglio di carta ed una penna per trascrivere a caratteri lievi il tuo amore dentro ad una lettera (che scrivevi così bene, come dice Mamma). Sono quei momenti lì, in cui tu stai al volante ed io seduta di fianco a te, con la mano non lontana dal cambio, per accarezzartela ogni volta che il sentiero si incurva abbastanza da esigere un cambio di marcia. Mi piace pensare che, in mezzo a quel silenzio della guida, le nostre menti si ricongiungano e parlino fra loro, che discutano mostrando le proprie idee e che poi si accordino per prendere decisioni assieme, che possano raccogliere la volontà dell’uno e dell’altra parte. Non è del tutto astratto questo pensiero, perché poi arrivi a parlare e le tue parole sembrano uscire dalla mia di mente. Scavi nei concetti così a fondo da arrivare a comprendere anche quello che provo, magari perché mi cala la voce pronunciando un misero sì o senti il mio cuore sussultare se entriamo in un determinato discorso. In ogni modo riesci a capirmi, perché le nostre menti giocano a sorridersi e per la mano proseguono insieme il percorso dell’idea. È divertente sforzarsi di capire dove corra quel neonato pensiero che, nel momento in cui abbassi il sopracciglio sinistro inarcato, è già diventato uomo e che, nel giro di qualche ora, da semplice idea si concretizza in realtà, tangibile e percettibile, perché pensi sempre in grande. In grande perché hai delle idee bellissime, ma soprattutto perché le estendi a tutti, cioè permetti a chiunque ti circondi di usufruire del bene che hai prodotto, semplicemente facendo volare la tua fantasia. Questa è la prova più grande di tutta la bontà che risiede lì, al centro del tuo cuore e che ha stimolato la persona che sono a diventare un po’ come te. Io lo vedo da come cammini che la vita alle volte ti schiaccia e vorresti liberarti un po’, che se dormi e parli nel sonno è perché incontri i tuoi guai e li scacci. So che in fondo anche il tuo cuore ha perso tutto, ma è nella vita che hai negli occhi che io trovo il senso per continuare a navigare, anche se il mare è in tempesta, anche se le onde non lasciano risalire. Conosco bene le tue paure e lascio che tu le sconfigga per te, affiancandoti sempre in ogni battaglia, perché è vederti stare bene quello che io voglio.
    Lo voglio perché ti voglio bene e questo l’ho imparato a dire grazie a te.
    È con te che ho imparato cosa significa dire “ti voglio bene”.

    Giada Coveri, 4D