Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    ESSERE O APPARIRE, ESISTE ANCORA UNA DIFFERENZA?

    Come tutte le mattine, puntualmente suona la sveglia alle 7:00. Con gli occhi ancora semichiusi accendo il telefono, apro Instagram e inizio a guadare ciò che fanno gli altri, soprattutto personaggi noti, i cosiddetti influencer; li osservo e li ammiro, cercando di trovare un modo per diventare come loro.
    Questa è la routine di molti giovani, i quali non hanno voglia di fare, di imparare, di conoscere o addirittura di studiare, perché sono troppo concentrati su altro, ad esempio escogitare una “scusa” per scappare dal mondo del “lavoro”, dell’impegno, e tuffarsi nel fantastico mondo dei social; mondo in cui tutto sembra a portata di un click.
    Ma davvero, oggi, facciamo più attenzione all’apparire oppure è cambiato qualcosa?
    Penso che quei valori, spesso utilizzati dai genitori nel rimproverare il comportamento dei figli, ai quali non pensa più nessuno (o almeno credo) ci siano ancora, e non andranno mai via; il problema non è sostanzialmente questo.
    Penso invece, che sia cambiato l’obiettivo da raggiungere, non più espresso con la consapevolezza di essere qualcuno, ma con l’ansia di trovare approvazione e accettazione negli altri.
    Il problema è proprio questo, essere troppo concentrati nell’ottenere successo e gradimento, scordandoci che i primi a dover essere accettati siamo proprio noi, che per sentirsi bene devono prima piacere ad altri.
    Quindi, “la colpa” non è della società, degli adulti, o del cambiamento di quei valori che molti recriminano di essere cambiati, ma è nostra, che non riusciamo a trovarci. E non cercare risposte nelle vite e negli atteggiamenti degli altri, non aspettare che arrivi il cambiamento, non aspettare il sostegno di qualcuno; spengi quel telefono e inizia a cercarti.

    Mirea Cerini, 4D