In classe e fuori da scuola vedo tanti gruppetti di ragazze e ragazzi che si sussurrano incomprensibili frasi all'orecchio e talvolta mi sento l’argomento delle loro discussioni.
Un pensiero un po’ egoista certo, ma io li vedo: tutti quei piccoli occhietti che si muovono rapidi e certe volte si soffermano proprio su di me.
Non sono tanto le parole a spaventarmi, quanto i silenzi. Oh, loro sono i peggiori! Quando passi e ti accorgi che le voci si acquietano e piano il silenzio cala. In quel momento capisci che sei tu ciò di cui stanno parlando. Cominciano allora ad arrivare le paure, i sensi di colpa. Ti senti così sbagliata e fuori luogo e l'unica cosa che vorresti fare è scappare dal mondo e rifugiarti in un luogo lontano e disabitato.
La colpa è anche mia però, che do sempre così tanta importanza al parere degli altri, che poi non riesco neanche più a capire cosa invece voglio io. Ho quasi bisogno di sapere che cosa pensano di me e questo mio bisogno mi ha portata ad averne paura. Temo di non essere accettata e per questo prima di fare una qualsiasi cosa rifletto fin troppo.
Dovrei invece smetterla di considerare il giudizio altrui e imparare a soffermarmi solo su ciò che penso e voglio io. Dover essere all'altezza delle aspettative degli altri non fa che rendermi la vita solo più faticosa e molto spesso anche deludente. Io vivo aspettando “l’ok” del prossimo, quando invece l'unico che dovrebbe contare è il mio.
Giulia Materi, 3N