La Polonia continua a dare la colpa alla Bielorussia e all’importazione illegale di Lukashenko che, finanziando i flussi migratori di migliaia di rifugiati del Medio Oriente, li spinge poi verso i paesi dell’est Europa con l’intento di costringere l’UE a revocare le sanzioni su Minsk. Mentre la Commissione Europea accusa Lukashenko di “utilizzare le perone come pedine” allo stesso tempo la Polonia militarizza sempre di più i confini e, con l’ausilio di fumogeni e idranti, costringe i migranti a condizioni ancor più critiche, provocandone la morte o la malattia. Nonostante le immagini di miseria e richiesta d’aiuto che i media ci mostrano ogni giorno, ai piani alti la questione “vite umane e diritti civili”, di cui l’UE tanto si vanta, non sembra contare un granché; non verso lo straniero, non quando in gioco c’è una guerra interna tra capi di stato in cui chi tira la corda più forte vince.
Mentre la presidentessa della Commisione Van der Leyen dichiara che “l’uso dei migranti per scopi politici è inaccettabile” e sottolinea che Lukashenko deve “smetterla di mettere a rischio la vita delle persone” ed incita gli stati membri a supportare Polonia e Germania, queste continuano indisturbate la loro azione di chiusura minacciando la costruzione di muri mentre già il fil di ferro incute abbastanza timore a gente a cui è rimasto troppo poco coraggio. Gente esausta, relegata a un magazzino, ammassata come merce industriale che presto Minsk rispedirà al mittente. Usati come meri fantocci di un gioco diabolicamente infantile, dietro al quale si nascondono altri burattini, maneggiati da un Mangiafuoco fin troppo reale e potente. L’obiettivo, però, è comune e fin troppo chiaro: volersi liberare dei migranti e, tra il cimitero del Mediterraneo e i confini sottozero, direi che ci stanno riuscendo. Dopotutto nelle guerre i prìncipi non combattono mai in prima linea e chi ci rimette è sempre il popolo, la gente modesta in cerca di libertà, felicità e un futuro; dove sono finite le basi dell’umanità? Probabilmente dietro vuote frasi di circostanza e strategie geopolitiche di governi marci e stantii.
Gaia Pisanello, 4M