Il comportamento dei ragazzi è fortemente influenzato dagli adulti che li circondano.
Abitudini, pensieri, tutto ciò che caratterizza i giovani d’oggi è lo specchio delle generazioni precedenti e l’evoluzione della società contemporanea.
Il mondo del lavoro e gli atteggiamenti di coloro che ne fanno parte si ripercuote inevitabilmente sulla concezione di “scuola” che hanno i ragazzi.
Di fatto, la meritocrazia su cui entrambi questi aspetti si basano è diventata un sistema tossico e mirato al solo guadagno.
Lo stipendio del mondo lavorativo è metafora del voto scolastico, dettata dal fatto che non è più il lavoro che gratifica l’uomo ma il salario che esso ne riceve; di conseguenza, i ragazzi non sono più interessati al valore dell’apprendimento ma al mero profitto, sotto forma di numero.
Questo porta ad una società in cui l’impegno non è più atto alla crescita personale ma ad un’ascesa sociale che permette di ottenere un capitale maggiore; pertanto, la predica degli insegnanti agli studenti dovrebbe avere insita la consapevolezza che le nuove generazioni sono il riflesso delle vecchie.
Il seme, da cui fiorisce l’ideologia che “fare” equivale ad “avere”, trova terreno fertile nel capitalismo che, progressivamente, si infiltra nella vita dei giovani e la trasforma in modo subliminale con risultati ben più che evidenti.
Eva Wright 4N e Gaia Pisanello 4M