Giorni fa è arrivata dall’estero una bellissima notizia, propriamente dall’Egitto.
Patrick Zaki è stato scarcerato, anche se solo momentaneamente e cioè fino al processo.
Chi è Patrick? Un ragazzo normale, uno studente egiziano che alcuni “giornalisti” definiscono attivista politico perché si è sempre occupato di diritti umani.
Patrick è molto legato all’Italia e in particolare alla città di Bologna perché alcuni anni fa è venuto a studiare presso l’università di questa città italiana che lo ha praticamente adottato.
Tutto ad un tratto la normale vita di Patrick cambia, tutto diventa per lui un vero e proprio incubo.
Sparisce nel nulla per diverse ore per poi ricomparire davanti ad un tribunale egiziano che lo accusa di aver diffuso notizie false, di terrorismo e cose del genere.
Patrick diventa un prigioniero, un detenuto per 22 mesi, fino ad essere scarcerato solo qualche giorno fa. Momentaneamente è in attesa di giudizio.
E per quale motivo è stato accusato? Per aver espresso sui social delle opinioni personali riguardo i diritti umani. Niente di più!
Mi chiedo come possa essere possibile, come tutto ciò possa essere accaduto. Se lo sono chiesti in tanti nel mondo, ma Patrick, nonostante i suoi avvocati e il sostegno di tante associazioni, non ha ricevuto ancora nessuna risposta ed è rimasto in carcere per tanti mesi in condizioni disumane. Insieme a lui tanti altri detenuti accusati di reati simili, ma che non hanno avuto la fortuna di avere un sostegno. Patrick non è mai stato dimenticato e nelle piazze è rimasta sempre la sua immagine proprio per ricordarci di lui. È forse è stata la sua salvezza; a distanza di mesi è stato liberato anche se non del tutto perché il processo inizierà tra alcuni mesi.
Tutto questo mi ha fatto pensare molto. Mi capita di dare per scontata la nostra libertà di opinione e di espressione. Mi capita troppo spesso di non apprezzare abbastanza che vivere in un paese libero e democratico significa poter esprimere le proprie idee senza nessuna paura di essere discriminato o perseguitato.
Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa, abbiamo il dovere di cambiare un destino già scritto.
Niccolò Brunori, 4D