Qualche giorno fa stavo sistemando la mia camera e, ad un certo punto, ho ritrovato tra le cose un po’ dimenticate alcuni ricordi legati al primo periodo di lockdown, quando eravamo tutti costretti a stare in casa senza poterci allontanare. Una delle cose che più mi ha colpito è stato ritrovare un mio post scritto proprio in quei giorni, giorni che sembravano non passare mai.
L’ho riletto ed è stato come tornare indietro nel tempo, a quei giorni vissuti in una condizione del tutto fuori da ogni logica, dunque surreali.
Ho provato delle sensazioni e delle emozioni difficili da spiegare; nell’articolo raccontavo la mia quotidianità, le mie giornate trascorse fisicamente lontano da tutto e da tutti, con l’eccezione della mia famiglia. Facevo riferimento a quanto mi mancasse la mia “cara” normalità; normalità che fino a quel momento era fatta da semplici attività che in quei giorni sembravano impensabili.
Raccontavo di quanto mi mancasse muovermi con il mio motorino; di quanto mi mancasse andare agli allenamenti di calcio o uscire con i miei amici; di passare del tempo con i miei nonni.
Ora che sto scrivendo questo post, mi rendo conto di come quella normalità sia stata una delle poche cose alle quali ho pensato in quei giorni, se non l’unica, e come ciò mi abbia permesso di andare avanti, di staccare un po’ la testa da quei momenti così strani e così faticosi sia emotivamente che fisicamente. La situazione di questi giorni mi fa paura; paura di rivivere quei momenti; paura di dover abbandonare nuovamente la mia cara normalità.
Credo che niente tornerà come prima perché molte cose sono cambiate e anche noi siamo cambiati. Ci siamo lentamente abituati al rispetto di tante regole e prescrizioni, che ormai sono diventate parte del nostro presente. Stiamo vivendo un momento storico che produrrà mutamenti definitivi su tanti aspetti. Comunque, tornare a vivere la mia normalità, tornare a casa stanco, ma felice e con il sorriso sul volto per tutte le cose fatte in un solo giorno… mi fa stare bene. E non voglio rinunciare a questo!
È vero sono cambiato. Mi sento una persona diversa, ma sono sereno e nutro molte speranze per il mio futuro. Non voglio tornare a rivivere quei giorni. Non voglio!!!
Niccolò Brunori, 4D