Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Ansia

    L’ansia in realtà è una sensazione che di per sé non sarebbe neanche estremamente negativa, credo che più che altro, siamo portati a viverla pessimisticamente per le nostre esperienze. Che poi bisogna anche stare attenti alle varie definizioni; l’ansia non è esattamente un sentimento a sé; dobbiamo riuscire a non confonderlo, a non mischiarlo e scambiarlo, col panico. Perché se metti a confronto queste due sensazioni, ti rendi conto che il motivo per cui l’ansia è così opprimente è il fatto che questa sfoci in un presentimento di puro panico. Ed è una linea sottile, ma le differenze ci sono eccome, una piccola linea, può separare parole pressoché simili, le colloca su tutt’un altro piano. Le parole si comportano come fossero paesi, basta che a terra vi sia una linea e questa sarà sufficiente per separare culture, lingue, pensiero. Quindi se ciò può succedere materialmente, figuriamoci in astratto.
    L’ansia ti porta a pensare, o magari alla fin fine è tutto il contrario: pensi così tanto che poi ti fai venire l’ansia.
     Ma ogni pensiero, se ragionamento fino allo stremo, può far nascere ansie, sta a noi distinguere di cosa sia utile preoccuparci e di cosa invece ne sia del tutto ridicola anche la sola idea. Pensate a quanti pensieri avremmo se ad ogni stimolo d’ansia dovessimo farci prendere dal panico.
    Panico. L’ansia sembra una passeggiatina al parco, in confronto al panico. Quello sì che è problematico, perché a differenza dell’ansia, dove ci troviamo a rimuginare anche sul completo niente, il panico è così decisivo da farci addirittura smettere di pensare. Fa male il petto quando arriva; su, sopra la gabbia toracica. Batte il cuore quando arriva, a volte fa freddo, altre senti caldo. A volte ti vorresti solo stendere, altre avresti voglia di scaricare quell’angoscia facendoti la maratona di New York. Ed è tutto così forte, pauroso ed improvviso, che non pensi più, o peggio, ti ritrovi a riflettere su mondi tutti tuoi, su idee che di fatto nessuno ti ha mai messo in testa, che alla fine sono tutte fisime che ci creiamo da soli, mentre invece l’ansia, al contrario, ci viene data dall’esterno. L’ansia può essere positiva e negativa, come qualsiasi sensazione alla fine. Pensa ad un momento in cui persino la felicità non è giustificata. L’ansia esiste e dobbiamo in qualche modo conviverci, perché spesso ci aiuta, spesso ci salva. L’ansia è la voce della ragionevolezza, talvolta di un sesto senso.

    Lisa Mazzanti, 3M