Ansia, una parola che io conosco molto bene e che dal mio punto di vista non è solamente un insieme di lettere con una definizione. Ansia, per me, è stata ed è tutt’ora una compagna di vita, una di quelle che, però, ti tradisce quando meno te lo aspetti. Ogni giorno mi trovo a dover combattere con questa persona… beh, si, persona perché continuamente mi porta a doverci fare i conti come si fanno con una vera persona fisica.
Mi si palesa davanti sbarrandomi il cammino e non permettendomi di fare cosa io vorrei fare. Quando, anche a scuola, devo fare una banale interrogazione, ecco che Ansia mi stringe la mano e si mette seduta accanto a me. Nessuno la vede, ma lei c’è. È lì che mi imbarazza, tenta di farmi crollare, io combatto, ma lei è più forte, è tenace. Arriva al punto di mettermi la mano davanti alla bocca per non farmi parlare, ci riesce, mi blocco di continuo e non riesco ad esprimermi come vorrei. Con la sua presa, Ansia mi avvinghia e fa di me una spugna quando la strizzi, cambio colore in faccia ed inizio a sudare, persino dalle mani. Lei non si arresta, continua a tartassarmi giocandomi un brutto scherzo ed impossessandosi completamente del mio corpo. Ha vinto, io non posso più fare nulla fino al momento in cui l’agonia non è finita. L’insegnante pronuncia la magica frase: “Per me può bastare così, andate pure a posto”. Ecco che Ansia sparisce ed io torno ad essere normale.
È una battaglia che, però, non termina sempre, come nei film o nei cartoni animati, con la vittoria del bene. In questa sta avendo la meglio il cattivo e sembra non voler mollare la presa.
Mirco Nelli, 4D