Ansia è una parola che conosco, o almeno penso di conoscere abbastanza bene.
Dico “penso”, ma alla fine, è ciò che mi ha spinto a prendere un appuntamento con la psicologa.
Spesso, durante i compiti, o anche quando devo prendere delle decisioni nella vita di tutti i giorni, sentivo una strana presenza…
Ho già un amico sempre sulla mia spalla chiamato “Dubbio”, che mi parla sempre e dubita di qualsiasi cosa io faccia, perché è quello il suo lavoro.
Ma mi è successo, delle volte, di sentire qualcosa di più grande intorno a me; una presenza oscura e piena di negatività. Me la sentivo dietro, il suo fiato sul mio collo, le sue dita affusolate sfioravano le mie braccia.
Apriva bocca per parlare, come farebbe un qualsiasi essere umano, ma dalle sue labbra usciva solamente del fumo nero.
Subito dopo, mi si appannava la vista e tutto diventava sfocato. Il Dubbio era riuscito a distruggere le colonne portanti della mia piccola casetta, con 4 parole ben assestate. Questa nuova presenza è. Riuscita, e riesce tuttora, ad ottenere lo stesso risultato, solamente avvicinandosi a me.
Ansia per me è un essere tutto nero, che vive dietro ogni persona. Tiene la schiena curva, quasi avesse la gobba, e le braccia le lascia penzoloni davanti a sé, con quelle lunghe dita, quasi a sfiorare terra. Le gambe tremano ed oscillano da destra a sinistra, per scegliere la parte migliore su cui bussare per svegliare qualcuno.
L’ansia è un qualcosa di costante. Dopo che la incontri una volta, difficilmente riesci a fingere che non esista.
Ti accompagna ovunque e non ti abbandona: se, dopo il vostro primo incontro, per caso ti dimentichi di lei, ti bussa tre volte sulla spalla, per poi pronunciare un “Sono qui”, con quella voce bassa che ti ghiaccia le vene.
Alice Maestrini, 4H