Il problema è che spesso, per convenienza, ci piace pensare che quelli che definiamo i problemi di oggigiorno, non siano di fatto realtà esistenti da secoli, ed anzi, chiamarli ‘problemi’ risulta pressoché un eufemismo.
L’uomo si è sempre spostato, i migranti, dobbiamo arrenderci a quest’idea, sono sempre esistiti, siamo sempre esistiti, ma finché farà comodo pensare il contrario, vedremo sempre il mondo con i paraocchi.
L’Italia stessa è stata un paese da cui sono partiti milioni di migranti, che in gran numero si dirigevano verso gli Stati Uniti, o dato che in questo caso la situazione fa comodo a noi e riguarda noi, va bene?
Quando parliamo di vite, quando parliamo di persone, denominare come problema la semplice sopravvivenza dei migranti, fa gelare il sangue.
Allora si chiudono frontiere, non si offre riparo, non si dà asilo, questo perché prima di giudicare una persona in quanto tale, mettiamo davanti fattori come un colore o una religione.
L’immigrazione non è mai stata un rischio, dobbiamo entrare nell’ottica in cui ci rendiamo conto che è l’odio ad essere pericoloso, la mancata integrazione è un rischio.
Chi fugge e cerca riparo non lo fa di certo a cuor leggero, scappare da un paese non è mica una passeggiata con quelli del Nationl Geographic. La partenza comporta l’andare incontro all’ignoto, l’uso di una grande quantità di denaro, non sapere se riuscirai ad arrivare nel paese in cui conti di vivere, in cui speri di vivere.
Essendo al corrente di ciò che succede, che ci vada di ammetterlo o meno, la fortuna purtroppo esiste, è la sorte a decretare lo scambio dei ruoli ed è crudele ma noi non possiamo farci proprio niente. Se non ci sei tu al loro posto, se non ci siamo noi al loro posto, costretti a trascorrere mesi schiacciati come sardine, dovremmo solo accettare la realtà dei fatti: Ci è solo andata bene.
Lisa Mazzanti, 3M