La cosa che più mi spaventava fino a qualche anno fa era l’abitudine, e ora dopo due anni immersi in una pandemia mondiale, sono stata costretta a fronteggiarla.
Avevo paura di cadere nella monotonia che ormai è parte della mia vita, anzi della nostra.
Lo sappiamo, ormai ci sono regole, disposizioni e ordini da rispettare, non che prima non ci fossero, ma sicuramente quest’ultimi, per un motivo o per un altro, hanno limitato la nostra libertà, o meglio, le nostre possibilità.
Ormai, siamo consapevoli che determinate cose le possiamo fare e altre no, quindi inevitabilmente piano piano stiamo percorrendo la strada che ci porta a uno stato di abitudine; di conseguenza il confine tra abitudine e normalità sta diventando sempre più sottile.
Mi spaventa sapere che ancora ad oggi la situazione è sempre la stessa, sono stanca.
Questi anni da un lato hanno messo in evidenza le cose importanti della vita, dall’altro hanno fatto crescere ancora di più le mie paure, anzi si sono moltiplicate, e ovviamente ho dovuto convivere con il mio più grande timore, vivere con continue limitazioni che mi portano a una vita piatta, sempre uguale.
È troppo tempo che sto cercando di capire il motivo per il quale siamo in questa situazione, e ancora oggi non ho una risposta precisa.
Ma come ci insegna la vita, alcune cose accadono e basta.
Non voglio che l’abitudine di questi anni mi porti via ancora del tempo.
È vero, ormai è così, ma io non voglio essere un “ormai”, io non posso cadere di nuovo nell’abitudine; anche se il mondo si è fermato, io non posso più permettermelo.
Mirea Cerini, 3D