Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Al di fuori di una finestra

    Qui, seduti su delle sedie, con davanti degli schermi vuoti, che non significano niente, non hanno colore. Alzo gli occhi e davanti a me una schiera di persone che mi danno le spalle impegnate nel loro lavoro, identico al mio. Mi giro, guardo intorno, mi accorgo di essere rinchiuso dentro delle mura. Sembra che il tempo si sia fermato. Odo solamente il ticchettio delle dita sulle tastiere. Poi, finalmente, un fascio di luce, una finestra. Colori che mi balzano agli occhi; il verde degli alberi che mi rende felice e mi ipnotizza. Non riesco a smettere di guardarlo. Mi trascina. Vorrei essere lì con lui a contemplare quanto sia bella la vita. L’azzurro del cielo che trasmette immensità ed infinità, libertà. Il volo dei passerotti è simile al successo. Sono riusciti a trovare su quell’albero, tra una miriade, il posto ideale dove creare il loro nido. Ce l’hanno fatta. Un giorno spero anche io di aver successo come lo hanno avuto loro.
    Vengo, poi, distratto da schegge che si muovono a destra e a sinistra, in su e in giù. Poi svaniscono, e chissà dove andranno a finire, come i pensieri nella mia testa, simili a mine vaganti.
    Solo una cosa posso intendere da tutto ciò, che il tempo stia correndo più veloce di queste auto e io non posso permettermi di perderlo. No, non posso farlo, perché perdere anche soltanto un secondo è sinonimo di allontanarsi da un obiettivo che ti sei imposto.
    Ed è così che guardando al di fuori di una finestra inizio a dare vita ad una riflessione, una delle tante riflessioni che mi fanno stare bene e che mi insegnano il vero valore della vita.
    Grazie!

    Mirco Nelli, 4D