Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    SOLAMENTE DI PASSAGGIO

    Tutto ciò che abbiamo, vediamo e sappiamo lo dobbiamo a uomini e donne che nella loro vita hanno pensato, progettato e ideato qualcosa per noi, per tutta l’umanità, lasciando un segno indelebile.
    Ci sono scienziati, filosofi, poeti e molti altri uomini che hanno fatto la storia.
    Io ho paura di non riuscire a fare niente di tutto ciò; o meglio ho paura di essere irrilevante, di non lasciare nemmeno un ricordo di me.
    Ho paura di passare inosservata, come se in questo mondo fossi solamente di passaggio.
    Perché tutti, o almeno quasi, sono capaci di vivere la vita, ma pochi riescono a lasciare la loro impronta; pochi riescono a cambiarla o migliorarla, la vita.
    Non penso, almeno spero, che sia necessario diventare chissà che donna o uomo di cultura per marcare la storia di tutti noi, però credo che sia veramente difficile trovare uno spazio, un’area, anche un solo angolo che sia nostro, che ci permetta apportare delle novità per trasformare anche una sola minima parte di questo mondo.
    È ancora più complicato sperare di poterlo cambiare, perché anche se tutti noi avessimo miliardi di idee, sarebbe veramente arduo riuscire a convincere altre persone a credere in noi, perché forse “nessuno è qui per aiutarci, sostenerci”.
    Dobbiamo essere i primi a credere in noi stessi e nelle nostre idee, anche andando incontro a critiche.
    Spesso ci manca anche la volontà di provarci, o ci abbattiamo subito, per paura di sprecare energie per un mondo, una società, che non cambierà mai; ma non è così, bisogna essere più coscienti di ciò che tutti noi siamo in grado di fare e dare, soprattutto bisogna essere consapevoli che noi non siamo di passaggio, e che nel nostro piccolo siamo capaci di esseri ricordati, per sempre.

    Mirea Cerini, 3D