Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Ciclo continuo

    Mi domando: hai mai sentito la mia testa gridare? I miei pensieri urlare per attirare la tua attenzione?
    Nella vita di tutti i giorni, dormono, si rilassano. Ma quando ti avvicini, scoppia un putiferio: accendono la musica, ballano, cantano, urlano.
    Finiscono tutta l'aria nei polmoni, sperando di attirare la tua attenzione.
    Nel silenzio della stanza, rotto solo dalla voce che viene da un computer, non riesci proprio a sentire la confusione che si crea quando sei con me?
    E quando mi guardi, i miei pensieri, le mie emozioni, tutti zitti. Come se li avessi fulminati.
    Quando i tuoi occhi si posano su di me, mi sembra di smettere di respirare. Mi prendono i dubbi: mi avrà sentito? Ho parlato?
    Avrà sentito il mio "guardami, guardami."?
    Ma poi tutto riparte, scoppi a ridere per una battuta e cominci un discorso.
    Con gli occhi, inizi a guardare, uno ad uno, le persone nella stanza.
    E la mia testa clicca un'altra volta il tasto "play" della musica. Le grida, la confusione riprendono il controllo.
    "Guarda me, ritorna a guardare me".
    Un ciclo continuo. Inizia quando entri nella stanza e non finisce finché non ti allontani.
    Certe volte, mi viene da pensare ad un "basta", stop, non sopporto che succeda ogni volta. Poi ti vedo e…
    Ti vedo e tutto riprende.

    Alice Maestrini, 4H